Riviste di cucina
Addio, Gourmet, abbiamo detto. Ho preso il numero di novembre – non ho capito se è l’ultimo, o se l’ultimo sarà il prossimo, visto che come al solito ha i vari moduli cartoncini con le offerte di abbonamento e così via, come se niente fosse – in copertina, un bel tacchinone arrosto (è il numero del mese di Thanksgiving, novembre, la festa statunitense che celebra -dal 1623- la fine della stagione dei raccolti con grandi pranzi a base di tacchini arrosto e zucche).
No, no, è proprio l’ultimo: il sito è pieno di istruzioni su cosa fare per chi è abbonato, per chi vuole i supplementi, le offerte… ma non c’è nulla sulla chiusura, un editoriale, due righe di spiegazione e/o di scuse…
E com’è (com’era..) dentro? come ci si potrebbe aspettare, molto statunitense ma anche poco americano. Per intenderci: ci sono riviste come Men’s Health che sono state edite in Italia per il mercato italiano ma rimanendo intrisecamente americane, per cui i disegni, gli articoli, le situazioni a volte suonavano un po’ irreali, ma cosa stanno dicendo, ci si chiedeva, a in che mondo vivono – un altro mondo, di la dall’oceano, appunto. Gourmet no, invece – potrebbe benissimo essere tradotta e sembrerebbe quasi un numero della Cucina italiana – a parte qualche ingrediente insolito. Un’impaginazione chiara, elenchi di ingredienti ben incolonnati, tempi di lavorazione distinti dai tempi totali di realizzazione, foto, pubblicità…
Ah, già – la pubblicità, quella che mancava, e che ha portato alla chiusura… su 134 pagine, comprese copertine, una cinquantina sono di pubblicità; di queste una pubblicizza un “Classico” condimento all’italiana, anzi alla fiorentina, grana spinaci provolone pecorino romano, e un’altra i Baci Perugina. Si parla anche di un Boccalone, un “Calabrian–style sausage” spalmabile e divertente da pronunciare: en-DOO-ya…
interessante, comunque… e non ci sarà più…
Emanuele Bonati
Submit a Comment