CibVs @ Le Grand Fooding
Subito dopo ci siamo fiondati da David Chang del Momofuku New York. Ho assaporato la sua polpetta di riso arrosto con nori e subito la memoria ha richiamato l’intera cena che mi ero gustato nel suo noodle bar di New York lo scorso Aprile. WOW. Spero di tornarci presto. Occhi bianchi.
Da Cracco abbiamo provato la tartare di rognone alle ostriche. Non posso dire di essermi lasciato prendere completamente, come da manuale, perché il mio limite è quello di non amare particolarmente il rognone né le ostriche. A giudicare dai volti soddisfatti che mi circondavano credo proprio sia piaciuto. Ho visto anche facce diciamo non molto soddisfatte. Credo che Cracco abbia voluto un po’ provocare…
Intanto, qua e là si vedevano passare volti noti – fra i tanti, Elvio Gorelli di IWCA Suisse, Fiammetta Fadda, Paolo Marchi, Danilo Ingannamorte, Sara Porro… Personaggi ai quali, un po’ per timore reverenziale (sentendomi un “pivello” del settore), un po’ perché impegnati a conversare, non sono riuscito ad avvicinarmi più di tanto.
Abbiamo continuato il nostro percorso, col sorriso sulle labbra, contenti di esserci.
Dopo aver seguito attentamente la brochure illustrativa fornitaci col kit , abbiamo versato il condimento, agitato il tutto e mangiato la Shake pizza margherita di Scabin. Ogni tanto riguardo i filmati di alcuni piatti preparati da lui e lo trovo davvero un grande. Divertente.
Una tavola verde, completamente coperta di foglie di acetosa, quella di Renè Redzepi. Interessante. Ho mangiato la foglia… che avvolgeva i sei cereali dimenticati mantecati con piante selvatiche e salsina di calamaro. Gnam. Per la cronaca, non sapevo dell’esistenza della foglia di acetosa.
La crudaiola di Arturo e Roberto Maggi della Latteria (Milano) ci ha realmente abbeverati di natura fresca. Un piatto semplice ma davvero squisito. Da riprodurre! Occhi bianchi…
Dopo questa parentesi vegetariana, siamo tornati ad abbandonarci ai piaceri della carne. Però trovare Bottura è stata un’impresa. Si era ben nascosto. Un piccolo passaggio con tenda di velluto nera. Il cartello con il suo nome era barrato con lo scotch e quindi quasi illeggibile. Entriamo, buio. Religioso silenzio. Come dei minatori, lui e lo staff, indossano una torcia sulla testa per illuminare il tavolo di creazione. Decanta tutta la sua poesia mentre compone la lingua del mondo. E noi tutti assorti. Un vero nighiri con lingua di vitello mostarda di mele campanine kren e sale nero. Quest’uomo non affascina solo me: vedo tutti quasi in adorazione davanti a lui. Una cosa inspiegabile. Occhi bianchi.
Intanto fuori comincia ad esserci coda un po’ ovunque. Seguo Vittoria per andare da Aimo e Nadia che sono accanto a Aizpitarte – focalizzo la mia attenzione sul fattoc he Aizpitarte non è in divisa bensì veste in modo informale, molto parigino, molto cool. Mi piace.
Non so come abbia fatto, ma mentre aspettiamo in coda per assaggiare la bombetta di maiale vitello e frattaglie con pomodoro marinato al timo, limone e focaccia di grano arso dei coniugi Moroni, ed immergerci nei sapori senza pentircene -confermo-, mi ritrovo in mano il piatto di noce di vitello con crema di fegato di baccalà ed erbe di Aizpitarte. Non perdiamo tempo noi.
Mi guardo attorno e vedo solo facce contente, sorridenti. Chi canta, chi trotterella in giro, chi gioca, chi muove la testa a ritmo grazie alla colonna sonora di un altro mito, una vecchia conoscenza: Nicola Guiducci del Plastic. Una musica perfetta. Bravissimo Nicola, bravi anche i Crookers! Molti non ci pensano, ma essendo anch’io Dj, posso dire che certamente la serata è riuscita così bene anche grazie al contorno musicale. Non ci sarebbe stata la stessa atmosfera solo con il vocìo o con due casse gracchianti orrenda musica commerciale…
Terminiamo gli assaggi “salati” con la carrellata di formaggi francesi molto molto buoni.
Le gentilissime ragazze del “Cipria Cafè” di Arabeschi di latte offrivano cocktail elisir di San Bitter o Chinò accompagnati con spezie o erbe. Ho scelto il Chinò con il rametto di timo – interessante (mi spiegano che gli antichi romani usavano il timo in varie forme prima delle loro orge…).
A questo punto, il desiderio di dolce si fa prepotente e ci dedichiamo agli assaggi dei dolci di Galdina della Seta, con una bavarese con le arance amare che trovo semplicemente divina. Anche i muffin cioccolato, zenzero e quello al limone sono davvero buoni. Segue un assaggio di cioccolato bianco di Cioccolati italiani – Vittoria assaggia il loro sorbetto al cioccolato (deformazione professionale?). Chiudiamo con un Nespresso; mentre mi godo il mio buon caffè fingo di non sentire “qualcuno” che chiede alla ragazza dello stand… “Ma scusa… George non è venuto?”.
Complimenti agli organizzatori, agli operatori, ai partner, che hanno anche deciso di devolvere il 40% del ricavato al Centro di aiuto al bambino maltrattato ed alla famiglia in crisi http://www.caf-onlus.org/. Chi volesse contribuire, pur non avendo partecipando all’evento, può inviare un sms al 45502 al costo di 2€.
Chissà se hanno già previsto un nuovo evento per il prossimo anno… e soprattutto… se questa edizione era chiamata extra vergine – la prossima? Occhi bianchi!
Christian Sarti
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sono già sazia solo a leggere…
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urka!!! me lo sono perso! 🙁
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Concordo a pieno con Christian, l’evento è stato organizzato molto bene, il prezzo del biglietto era più che ragionevole e l’atmosfera era cool e per niente ingessata.
Cosa dire di più? Speriamo solo di essere io e Alessandro a distribuire gelati nella prossima edizione 🙂 -
@Vittoria: vedremo di metterci una buona parola… hihi
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Lo sapevo. Occhi bianchi su tutti i fronti. Vengo anch’io a distribuire gelati l’anno prossimo 🙂
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