Vino per tutti col monopolio di stato
Forse non tutti sanno che nei paesi scandinavi (Svezia, Finlandia e Norvegia) vige il monopolio di stato per la vendita degli alcolici – in parole povere, questo significa che il vino non si compra al supermercato, e nemmeno in enoteca (non esistono enoteche!). Si va nei negozi del monopolio di stato che vendono tutte le bevande che hanno un contenuto alcoolico superiore a 3 o 4 gradi (a seconda dei paesi).
Brevi cenni storici: il monopolio della vendita di alcolici è nato nel 1850 nella cittadina di Falun, in Svezia, per controllare e limitare l’eccessivo consumo di vodka e aquaviti, ma anche per evitare che privati facessero profitti con la vendita di questi prodotti e quindi ne stimolassero il consumo. Nel 1905 fu poi esteso a tutta la Svezia.
Fino a 3 o 4 anni fa non si poteva fare alcuna pubblicità agli alcolici; adesso è possibile, ma si devono sempre riportare chiari riferimenti ai potenziali danni derivanti dal consumo eccessivo (proprio come si fa con le sigarette).
"Metà delle persone che affogano hanno alcool nel sangue" si legge nella pubblicità di questo Champagne.
La vendita di alcoolici a chi non abbia compiuto 20 anni è vietata, e i commessi di Systembolaget devono chiedere un documento per controllare l’età degli acquirenti “sospetti”. Nella vita di uno svedese, il giorno in cui non gli viene più richiesta la carta di identità è diventato un vero e proprio spartiacque – e non vi dico la gioia delle signore intorno ai trenta quando capita che un commesso chieda loro il documento (secondo me si divertono a farlo apposta di tanto in tanto…).
Inoltre, fino al 2001 i negozi erano rigorosamente chiusi il sabato per limitare il consumo di alcolici durante il fine settimana (quando si tende ad alzare un po’ di più il gomito).
Quanto durerà ancora questa situazione di monopolio non è chiaro, visto che evidentemente contrasta con le normative europee, cui anche la Svezia è soggetta. Quanto poi questo sistema aiuti effettivamente a limitare il fenomeno dell’acolismo, non mi è chiaro: in parte infatti il monopolio alimenta il problema della distillazione clandestina e il relativo mercato nero (sopratutto nel nord), e questi prodotti dalla dubbia qualità, se non addirittura pericolosi per la salute, finiscono talvolta nelle mani degli adolescenti.
In Svezia vige una tassazione sui prodotti alcolici che si basa solo sul grado alcolico, e quindi impatta molto sul prezzo dei superalcolici, che sono molto cari, e sui vini di fascia medio-bassa, dove la tassa in percentuale pesa parecchio rispetto al prezzo di vendita. Un Sassicaia non ne risente…
Il monopolio ha pregi e difetti: così nel 1999 per me, italiano appena arrivato a Stoccolma e neo-sommelier, fu un trauma poter comprare solo quello che il catalogo offriva. In realtà, il catalogo propone migliaia di etichette da tutto il mondo
(e per me è stata un’occasione per conoscere i vini di altri paesi – e adesso quando torno in Italia e visito un’enoteca rimango spiazzato della limitatissima scelta di vini esteri); però se ti interessano i vini di qualità, e magari quelli italiani, ci vuole poco tempo a provare tutti quelli presenti nel catalogo… Così si aspetta con ansia di vedere se il nuovo catalogo porta qualche new entry.
Il catalogo infatti viene aggiornato quasi ogni mese, nuovi vini vengono aggiunti, altri rimossi… ma è proprio nel periodo invernale che in tre o quattro negozi della Svezia si mettono in vendita piccole quantità dei migliori vini al mondo. Proprio questo è il bello del sistema svedese: chiunque, se vuole, può andare a comprarsi un Romanee Conti on Petrus andando a mettersi in fila la mattina del primo giorno del mese in questione per accaparrarsi le agognate bottiglie.
E i prezzi? Visto il carattere no-profit del monopolio, i vini costosi, diciamo dai 30-40 euro in su, sono un po’ meno cari che in Italia. Oggi un’Ornellaia 2007 si vende a 100 euro – e questo prezzo non cambierà con il tempo, anche se fosse l’ultima bottiglia in tutto il paese, o se domani Wine Spectator titolasse che si tratta del vino del secolo. In effetti Systembolaget è il più grande cliente al mondo per i produttori e i distributori di vino – anche se la Svezia conta solo 9 milioni di abitanti, nessuno al mondo acquista vini per un intero paese!
Un altro vantaggio del monopolio di stato e della sua rete di vendita sta nel fatto che si può cercare via Internet in tempo reale qualunque vino in catalogo, e verificare la sua disponibilità fra tutti i negozi del paese. Se ci interessa proprio quell’ultima bottiglia disponibile basta prenotarla e farcela recapitare al negozio più vicino.
Un sistema quasi comunista viene da dire; nessuna via preferenziale, nessuna raccomandazione o conoscenza vi aiuterà a rimediare un Grange sottobanco.
Il monopolio annuncia per tempo quando e cosa verrà venduto, quante bottiglie sono disponibili ed eventuali contingentamenti per persona. Mi ricordo l’anno in cui di Sassicaia e Solaia 1997, con mio grande disappunto, ne davano solo una bottiglia a testa. Gente senza scrupoli arruolò amici, nonne e zii e li mandò al gelo a fare la fila pur di accaparrarsi qualche bottiglia in più.
Dopo un po’ ci si abitua anche alla fila e al freddo. A volte i commessi impietositi hanno servito del caffè caldo ai clienti infreddoliti… (non sto scherzando!).
In fila si riconoscono un po’ di facce, si incontra qualche amico e ci si confronta sulla lista della spesa….
Questa mattina il rito si è ripetuto. Il monopolio metteva in commercio svariate etichette del Bordeaux, alcuni baroli, champagne e vini della Tenuta di Ornellaia – nel solo negozio di Stoccolma, già alle 9:30 del mattino una trentina di persone erano in fila… fuori, all’aperto… a -11 gradi! Io ero uno di loro.
Dopo pochi minuti di attesa la fila era già di oltre 100 persone e la morsa del freddo si faceva sentire. I commessi ci hanno graziato aprendo le porte alle 9:57. Tutti rigorosamente in fila, senza sgomitare, siamo entrati nel negozio dirigendoci verso la sezione dove si trovano i vini pregiati. Diversi commessi servivano i clienti uno alla volta, e alle 10:30 e’ giunto il mio turno.
Voltandomi ho visto che c’erano almeno altre 200 persone ad attendere pazientemente. Dall’amministratore delegato, al famoso giornalista enogastronomico, all’ex cantante degli Abba, al muratore appassionato di vini, tutti hanno avuto la loro opportunità di acqusitare Ornellaia 2007, tutti allo stesso prezzo.
Adesso, finito il primo giorno di vendita, sul
sito vedo che nell’area di Stoccolma è rimasta una sola bottiglia di Ornellaia. In tutta la Svezia ne restano altre 35, tutte in un negozio a Gôteborg. Un fatto di altissima democrazia e trasparenza, direi! Ma chi tardi arriva…
A proposito… Il vino sa di tappo? non buttatelo nel lavandino, lo si riporta indietro e ci cambiano la bottiglia!
Alessandro
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