Il risotto romagnolesco di Pascoli
“Nel libro di Mariù e nelle lettere scritte agli amici custodite a Casa Pascoli, si evince che a tavola Giovanni Pascoli prediligeva piadina, tagliatelle al ragù, erbe di campagna cotte che lui chiamava ‘ragazul’ e le mangiava uso cassoni fra la piadina. Poi amava il ‘bazòt’ che era un formaggio semimorbido che metteva in mezzo alla piadina; poi la carne lessata o meglio ‘il lesso con le patate lesse’ come diceva lui e il pollo arrosto.” Lo dice Rosita Boschetti, direttore del Museo di Casa Pascoli, in un’intervista su RomagnaGazette.
La stessa opera poetica di Pascoli comprende liriche dedicate all’arte culinaria. Ve ne proponiamo una, che descrive la preparazione del “risotto / romagnolesco che mi fa Mariù”, risposta a un altrettanto poetico risotto alla milanese (anche se con troppi… -ai) inviatogli da Augusto Guido Bianchi, cronista giudiziario del Corriere della Sera, allora diretto da Luigi Albertini, in risposta a una precisa richiesta del poeta.
a
Amico, ho letto il tuo risotto in… ai!
È buono assai, soltanto un po’ futuro
con quei tuoi “tu farai, vorrai, saprai.”
Questo, del mio paese, è più sicuro
perché presente. Ella ha tritato un poco
di cipollina in un tegame puro.
V’ha messo il burro dal color di croco
e zafferano (è di Milano!), a lungo
quindi ha lasciato il suo cibrèo sul fuoco.
Tu mi dirai: “Burro e cipolle?”. Aggiungo
che v’era anche qualche fegatino
di pollo, qualche buzzo, qualche fungo.
Che buon odore veniva dal camino!
Io già sentiva un poco di ristoro
Dopo il mio greco, dopo il mio latino!
Poi v’ha spremuto qualche pomodoro;
ha lasciato covar chiotto chiotto
in fin c’ha preso un chiaro color d’oro.
Soltanto allora ella v’ha dentro cotto
Il riso crudo, come dici tu.
Già suona mezzogiorno… ecco il risotto
Romagnolesco che mi fa Mariù.
La ricetta è contenuta anche in Le Muse in cucina, un libro con 80 ricette di artisti, illustrate da artisti, pubblicato da Excelsior 1881 nel 2010.
Emanuele Bonati
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