Ho visto un Re (Panettone…)
“Dai dai, conta su…ah be, sì be….”
“Ho visto un re.”
“Sa l’ha vist cus’è?”
“Ha visto un re!”
“Ah, beh; sì, beh.”
Cominciava così una vecchia canzone di Dario Fo. Bellissima.
Anch’io ho visto un re. Un grande re, che regna incontrastato, e il cui regno, inizialmente limitato a Milano e Lombardia, si è via via esteso al resto d’Italia, e al mondo.
Si tratta di Re Panettone, celebrato con una due giorni qui a Milano, sabato e domenica scorsi all’ex-Ansaldo di via Tortona: schiere di pasticceri che proponevano la loro idea di panettone, che era sempre quella tradizionale ma arricchita, approfondita, integrata e resa nuova e diversa lasciandone inalterato lo spirito profondo, l’origine. Così, alle uvette e canditi si sostituivano il cioccolato, i marroni, i frutti di bosco, le mandorle e la frutta secca, l’ananas; le cupole si innalzavano più o meno, a volte erano cosparse di granella di zucchero, o mandorle; gli impasti erano arricchiti con limoncello, spumante, birra…
Arrivo alle 11: non c’è molta gente, man mano ne arriva un po’: entriamo, e in poco tempo il salone si affolla, gente famelica si assiepa ai banchi dove solerti indaffarati cuochi pasticceriaffettano spezzettano sminuzzano panettoni di ogni forma o meglio di un’unica forma declinata in decine di varianti più o meno cupolose rigonfie arrotondate decorate. Il bello e il brutto di queste manifestazioni è che sei a contatto con prodotti e produttori anche lontani – e che non siete tu e loro, ma tu e tutto il mondo…
Tanti panettoni, altrettanti pasticceri. Non era una gara, ma un’esposizione degustazione: li ho assaggiati pressoché tutti, ma non per farne una classifica, né una recensione. Per questo mi piace riportare qui l’elenco delle pasticcerie partecipanti:
BACILIERI, Marchirolo VA
BONTÀ (S. Minuz), Nerviano MI
BOUTIQUE DEL DOLCE (A. Zoia), Concorezzo MB, Cologno Monzese MI
BULETTI, Airolo, Canton Ticino, SVIZZERA
CAPRICE (F. Camplone), Pescara
COMI, Missaglia, Merate LC
DOLCECCETERA (A. Magri) Settimo Milanese MI
DOLCE VITA (A. Del Trotti), Costigliole d’Asti AT
CRISTALLI DI ZUCCHERO (M. Rinella), Roma
DALL’OMO, Verona
DE RISO, Tramonti SA
FORNO DELLA BONTÀ (R. Mattavelli), Palazzago BG
GIAMBERLANO (V. Tagliazucchi), Pavullo nel Frignano MO
GOLOSI DI SALUTE (L. Montersino), Alba CN e, co. Eataly, Torino, Tokio, New York
LIVIERO, Santa Maria della Versa PV
MARIGLIANO, San Gennarello di Ottaviano NA
MARRA, Cantù CO
MARTESANA (V. Santoro), Milano
MERLO (M. Bonanomi), Pioltello MI
MORANDIN, Saint-Vincent AO
NATALE, Lecce, San Cesario LE
NUOVO MONDO (P. Sacchetti), Prato
OL PASTISSER (D. Duci), Clusone BG
PAN DELL’ORSO (A. Di Masso), Scanno AQ
PEPE, Sant’Egidio Monte Albino SA
PERBELLINI, Bovolone VR
PREGIATA FORNERIA LENTI, Grottaglie TA
RAFFAGHELLI (M. Peruzzini), Mortara PV
SARTORI, Erba CO
SERDOLCE (S. Pontoni jr.), Remanzacco UD
SERVI, Roma
TABIANO (C. Gatti), Tabiano Terme PR
VECCHIA MILANO (O. Parisi), Milano
ZAGO (M. Chiaradia), Prata di Pordenone PN
Possiamo notare la presenza di numerose pasticcerie del centro-sud: e le loro riletture del dolce milanese per definizione non avevano assolutamente niente da invidiare a quelle per così dire autoctone. Anche le versioni più dissacranti avevano al loro fianco quelle più tradizionali. E tutti i panettoni – del nord come del sud – nella versione-base erano buoni, con punte di meraviglia, mentre due o tre delle versioni “nuove” forse lasciavano un po’ a desiderare.
Qualche segnalazione di gusto molto personale: il panettone alla birra di Zago non era niente male, interessante; Cristalli di Zucchero e Servi da Roma, ottimi; e De Riso, e Tabiano, Merlo, e Ol Patisser buonissimi… Sartori Vecchia Milano Golosi di salute Sal De Riso… Bontà, Ma forse è meglio vedere qualche foto.
Emanuele Bonati
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