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BLOGVS | November 22, 2024

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Anperdonabol: perché il cuoco di Anforchettabol fa dei corsi di cucina dai nomi che avrei voluto scrivere io?

Emanuele Bonati

Già Anforchettabol è stato un titolo che mi ha profondamente urtato: bello, musicale, polisensico polimaterico, intelligente e insinuante… Uno di quei titoli che sono indubbiamente un colpo di fortuna, che ti vengono per caso, che non si ripeteranno mai più, no?

No. Ecco qualcuno dei titoli che Antonio (a proposito: potrei inventare una serie di aggettivi per definirlo… e non certo dettati dall’invidia, che come si può intuire non è un sentimento che mi appartiene…) ha inventato per i corsi di cucina che tiene regolarmente allo spazio Cooks&Books del Mondadori Duomo (ovviamente in Piazza del Duomo a Milano) – titoli che ovviamente non posso che criticare con le argomentazioni della più lineare logica:

• “Fatti i piatti tuoi”, un evidente invito a una cucina per se stessi, da non far assaggiare a nessuno, il contrario dello spirito del convivio

• “Gusto singleare”, una commistione anglo-italica che produrrà sicuramente dei piatti ibridi, tipo eggs & bacon & cassoeula

• “Din don brunch”, il tentativo di regolamentare un pasto tipicamente rilassato con una cadenza a suon di campane che fa tanto mensa del collegio

• “Food Afternoon”, l’idea di mangiare di pomeriggio, che è contraria alle regole della dietetica più elementare

• “Colazione da Tiffany”, un invito a cibarsi in uno dei luoghi più cari della terra, che in un momento di crisi è uno schiaffo alle classi più povere, alle quali io apparterrei, se solo potessi permettermelo…

– dei veri obbrobri, no? Per tacere del massimo dell’abominio, quel “Confronti DiVini” che riprende uno dei più facili calembour del mondo del cibo, permeandolo di un’aura falsamente religiosa…

OK. Lo ammetto. Sono titoli bellissimi, da andare ai corsi solo per poterne citare il titolo con i propri amici; danno l’idea di quello che si può trovare frequentando le lezioni, non una serie di ingredienti e ricette da seguire appuntare e rifare tornati a casa, “guarda cara che cosa ho imparato l’altra sera, l’emulsione di ratatouille paraffinata spray”, ma qualcosa di più, di diverso.

Per dire, ho assistito da ospite a una lezione della serie “Gusto singleare”. Antonio inizia a conoscere i suoi allievi (maschi e femmine, in numero pari, come si conviene a un corso per single), facendoli parlare, descriversi, facendo scegliere loro un ingrediente che li definisca: e li mette in cucina, dà loro degli ingredienti, li rende protagonisti e creativi, assegna loro compiti, prove di assaggio, li fa cucinare assieme…

E le varie lezioni sono diverse: e così, venerdì prossimo 17 febbraio Sandra Ciciriello insegnerà come scegliere pulire preparare cucinare il pesce…

Andrò a vederne qualche altra, per raccontervela – ma vi consiglio di partecipare a qualcuna delle lezioni. Trovate un calendario completo su www.qbtobe.com (e su www.agendafood.it).

Ma il discorso di fondo non cambia: perché invece di spadellare Antonio Marchello si inventa dei titoli così belli? …è veramente Anperdonabol…

Emanuele Bonati

Si ringrazia Monica Placanica per le foto.

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