Tatuarsi Le Grand Fooding addosso…
• Wrap di cuore d’agnello, yogurt di pecora e acciughe
• Lecca Lecca di polipo e pancia di maiale
• L.A. Street Corn
• Sandwich di pastrami di lingua di manzo, uova di trota e salsa di dragoncello
• Manzo crudo su pane grigliato con midollo sott’aceto, germogli d’aglio orsino, crescione e rafano
• Kebab d’anatra con ketchup di carote e maionese tartufata
Un delirio falsamente organizzato? La cena perfetta della famiglia Addams? Un menu combinato rovistando nei bidoni della spazzatura? Titolatura: “Penne all’arrabbiata?”
In realtà, in questo “delirio” c’è una logica e ci sono dei perché… Basta rileggerla con qualche piccola aggiunta, ed ecco che tutto si spiega – cominciamo a correggere il titolo: “Pelle all’arrabbiata”, ed ecco che si comincia a capire qualcosa… Leggiamo ancora:
• Wrap di cuore d’agnello, yogurt di pecora e acciughe – James Lowe e Isaac Mchale, The Young Turks, Londra, UK
• Lecca Lecca di polipo e pancia di maiale – Eugenio Roncoroni e Beniamino Nespor, Al Mercato, Milano, Italia
• L.A. Street Corn – Jon Shook e Vinny Dotolo, Animal, Los Angeles, USA
• Sandwich di pastrami di lingua di manzo, uova di trota e salsa di dragoncello – Jérôme Bigot, Les Grès, Lindry, Francia
• Manzo crudo su pane grigliato con midollo sott’aceto, germogli d’aglio orsino, crescione e rafano – Wade Brown e Andreas Dahlberg, Bastard, Malmö, Svezia
• Kebab d’anatra con ketchup di carote e maionese tartufata – Matteo Torretta, Visconti Street Food / Al V Piano, Milano, Italia
Chiaro: siamo a Le Grand Fooding (il 4 e 5 luglio alla Segheria in via Meda 24 a Milano) – al solito, nuovo e diverso dai precedenti.
Le penne diventano pelle, i piatti portano tatuato nel nome il proprio dna di street food… come i cucochi portano la propria storia tatuata sualla pelle…
Cito dal sito: “Un gruppo di ragazzi à la page e di uomini arrabbiati, cresciuti tra fast-food e dandismo rock, decide di mescolare cibi e stile: provocatori sì, ma soprattutto militanti. E con loro si impara che si può essere dei grandi chef anche senza portarne l’abito, che lo street food non è per forza condannato all’eterno disgusto, che ognuno ha diritto di mangiare e cucinare al passo coi tempi, che il localismo alimentare e la difesa dei prodotti sani non sono solo un trip da tardo-hippy…”
Quindi – una prospettiva street-on-the-road, interessante e stimolante…
Non solo – Le Grand Fooding partecipa anche a Inside out, un progetto che trasforma i messaggi di identità personale in opere d’arte online, proponendo una serie di foto che riprendono i temi del Fooding in un contesto appunto social-artistico…
E allora – voi lettori cosa c’entrate in tutto questo? Siete abbastanza massicci e tatuati? E magari volete entrare a sbafo al Grand Fooding? Potreste provare a entrarci sulla vostra moto rombante, sfondando i cancelli – ma visto che è una segheria, alle porte avremo del personale armato di sega elettrica (avete presente i vari Saw ecc ecc?) – ma noi abbiamo un’altra idea. Mandate a info@cibvs.com una foto vostra e dei vostri tattoo e noi sceglieremo chi si merita di entrare mercoledì sera o giovedì sera alle 20 a Le Grand Fooding con un biglietto omaggio per due…
Ovviamente, un tattoo-food è un titolo di merito, e potete andare a farvelo fare subito… Non sapete che sogggetto scegliere? Ma Le Grand Fooding vi mette a disposizione anche i soggetti: Li potete trovare qui. Ma va bene anche un tatuaggio di uno yakuza che ha tatuato addossso un tatuaggio con un pollo arrosto. E se proprio proprio siete contrari ai tattooo… beh, potete fotografarvi con un cannolo nell’orecchio, una pasta in testa, un polpo sul polpaccio, una ratatouille sull’avambraccio, una saint-honoré sul…
Emanuele Bonati
Submit a Comment