Le Grand Fooding: Intervista a Nicola Guiducci
Questa sera inizia Le Grand Fooding a Milano: “Pelle all’arrabbiata” per tutti. Un appuntamento non solo gastronomico: abbiamo intervistato il dj della serata, Nicola Guiducci
Un rapporto ottimo. Cucinare mi rilassa. Lo faccio senza frenesia, guardando film su film. Posso stare ai fornelli per ore… il cibo per me è una cura. Mi diverte anche molto far la spesa!
Cucini?
Dal lunedì al giovedì(!), due volte al giorno. Il giovedì anche tutto il giorno, perchèé poi nel weekend non ho tempo e non sopporto di non avere qualcosa di pronto da mangiare al rientro dopo il lavoro.
Cosa non può mancare nalla tua cucina?
Non manca mai niente… heheheheheh – comunque cipolla, aglio, acqua, olio e sale, altrimenti non so come iniziare. Sai, sono toscano…
Che rapporto c’è fra la musica e il cibo? È un sottofondo, un accompagnamento, o…
Come dicevo, quando cucino guardo film; cenando, invece, la musica diventa fondamentale, perché non amo molto parlare mentre mangio, e allora un sottofondo addolcisce il “silenzio” cittadino. Ma se sono in campagna o al mare non c’è proprio bisogno di musica..
Qual è il tuo piatto preferito?
Sono troppi – comunque ho sempre bisogno di tre contorni. Forse patate lesse, tropea e caviale.
Puoi associarlo ad una canzone?
“I put a spell on you”.
Amy Winehouse: a quale spezia la assoceresti?
Cannella, paprika, pepe, cumino, curcuma… un curry praticamente!
Mi capita, ascoltando musica, di avere come delle allucinazioni olfattive – bizzarro, vero? E se ti dicessi di pensare al profumo del timo, sapresti dirmi a quale artista lo assoceresti?
Mmmm… forse a Coco Rosie o Devendra Banhart – ma forse lui mi fa più rosmarino. Anche Henry Nilsson, in una canzone: “The Wailing of the Willow”.
Sappiamo che sei un amante della fotografia.
Apprezzi la fotografia di food? Conosci qualche artista, legato al mondo del food, che lo rappresenti sotto qualche forma espressiva?
Compro libri di cucina e seguo Pietro Leeman da 25 anni (quando cenavo ancora fuori casa e per me i ristoranti erano Aimo e Nadia, Joia e Suntori), ma onestamente la foto di una zucchina avvolta nell’erba cipollina non mi emoziona – magari mi dà uno spunto per una presentazione. Un artista che amo e che usa il cibo è Paul McCarthy, anche se – purtroppo – lo usa in modo sgradevole e morboso.
Un ristorante da suggerire?
Non ceno fuori casa a Milano. È un guaio? Però a Parigi passo sempre da Le Procope e da Le bistrot Mazarine… roba classica insomma. Non uso mai burro e allora devo sfogarmi!
E per finire – hai un tatuaggio e, se ce l’hai, cosa significa?
No, però mi sono appena rotto una spalla ed ho una nuova cicatrice di 25 centimetri. Che significa non so esattamente cosa!
Link: http://www.anglerecords.com
Christian Sarti
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