Miracolo a Milano: Totò si napoletanizza al Fresco…
“Quaglio’, accà avimm’ ’a prennere ‘na decisione…”
Eh?
“E non taliarmi accussì – mi devi acridiri…”
Alt! …scusa – forse te la sei presa perché VMV (Valerio Massimo Visintin), il famoso critico sconosciuto del Corriere, citandoti nel suo post di congedo pre-vacanziero ti ha messo in bocca un accento napoletano (e peraltro si dice “guaglione”, non “quaglione”, e “taliare”, e l’infinito in -iri, li hai presi dal siciliano di Camilleri…).
“Tas! ti te seet minga de Milan, va ben?”
Ohi – un attimo: per parte di padre milanese-lombardo, mamma emiliana ma a Milano da ragazzina…
“Va ben – tirem innanz… Voeuri minga dì che me piasen no i napoletani, figures – anca perché vegnen tucc a Milan, come dice la canzone di Giovannino D’Anzi, e se vegnen chì, e stann chì, voeur dì che hinn anca lur milanes, no? Insomma – mi spiace un po’ che VMV abbia disconosciuto la mia milanesità… Dopotutto, sono proprio tornato per questa rubrica Miracolo a Milano dopo sessant’anni per fare un po’ il punto su Milano e il mangiare oggi…”
Il ragionamento non fa “gnanca on plissè”, diceva mia nonna – nemmeno una grinza.
Comunque – l’esordio di Totò voleva introdurre un’incursione nella napoletanità importata a Milano: Fresco & Cimmino, aperto da un anno e qualche mese in via Ugo Foscolo, in centro che più centro non si può… (“Ma qui sopra non avevano appoggiato The Cube? Hai visto? Tante polemiche, tanti nasi torti, e colli obtorti, e poi l’hanno smontato senza problemi, la piazza non è cambiata, la faccia bella di Milano ha resistito e metabolizzato lo ‘scempio’ architettonico, lo sfregio inferto per mano della modernità…”).
Bel locale, ampio, luminoso – rumoroso, anche. Molti tavoli (leggo in giro sui 250-300 coperti), a volte un po’ stretti. Che siamo in territorio napoletano si può capire dalle scritte (frasi detti proverbi motti) che si inseguono sulle pareti – idea carina, all’insegna appunto dell’incontro fra Pulcinella e Meneghino…. E ancora di più dall’accento meridionale, anzi, napoletano, del personale (che comprende peraltro anche calabresi ecc).
“Hai visto? I tavoli hanno i numeri e sotto il corrispondente nella Smorfia… 64: ‘a sciammeria… cos’è?”
Potenza dei mezzi iPhonici: è una giacca da cerimonia, la marsina (che appunto l’altro Totò indossava spesso…).
“Voglio il fritto di antipasto, ma anche mezzo kilo di mozzarella di bufala (19€ mezzo kilo… però…), e la pasta e due pizze con la pizza con le scarole…”
Fermo lì: io prendo un piatto di pasta (“Dai prendi O’ Scarpariell’, così la assaggio), tu ti scegli una pizza, e come antipasto un bel fritto cafone…
“O’ dittatore…”
Il fritto cafone è molto buono, leggero: formaggio mozzarella pasta fritta arancini di riso piccolini tocchetti di polenta (tocco di nordicità? “Ma no, è un ingrediente fondamentale del fritto cafone, non è che perché siamo polentoni la polenta sotto il Po non esiste…” – touché) niente verdure.
Buona anche la pasta: intanto, dopo qualche minuto di attesa il cameriere (bravo, gentile, cordiale) ci ha informato che bisognava attendere ancora un po’ perché il tempo di cottura, dodici minuti, e così via – arrivata, buona, ben condita, saporita (la pasta è stata passata in padella con pomodorini formaggio basilico, semplice ma buona, cotta giusta, che bellezza!).
“Posso prendere la pizza con parmigiana di melenzane?”
Certo, puoi scegliere quello che vuoi. La parmigiana è una nostra passione comune, anche se avrei preferito qualcosa di più “tranquillo”, non proprio una margherita o una marinara, magari una “Arriva, sta’ zitto!”
Eccola: cornicione alto, e in mezzo…
Insomma: melanzane, c’erano, mozzarella, c’era; ma probabilmente quella di Totò non è stata una scelta particolarmente felice.
Leggermente liquida al centro, la parmigiana erano melanzane e mozzarella, ok, ma diciamo “separate” fra di loro e dalla pizza: non che mi aspettassi una porzione di melanzane alla parmigiana gettate pari pari dalla teglia sulla pizza, ma così non diceva molto, e non ha convinto molto né me né il “napoletano arioso” Totò.
“Il cornicione poi era un po’ gommoso, non so, non mi è proprio piaciuto…”
Dolce? No, grazie, siamo comunque pieni. Peraltro sembra che la pastiera di Cimmino sia una delle migliori della città – sia di Milano che di Napoli. Sì, perché il locale Fresco & Cimmino è una filiazione del Gran Caffè Cimmino di via Larga, a sua volta fratello dell’omonimo locale napoletano – una garanzia nella tradizione culinaria e pasticcera partenopea, mi dicono.
Antipasti da 3 a 7-9€, fritto cafone 9,50, pizza di scarole 6€, primi 10-13, con pesce 20-22, secondi 12-20, pizze da 7 la margherita a 8,50, 9,50, 5€ marinara, 12 mi sembra la più cara.
Abbiamo provato ad andare sul sito: non funziona, c’è solo una homepage.
Via Ugo Foscolo, 4
20121 Milano
Tel. +39 02 97374869
Emanuele Bonati
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