L’AntipatiCibVs: Come e qualmente un editoriale
Dicesi editoriale un testo a cura dell’editore / direttore di un giornale che apre il giornale stesso, introducendone i contenuti o commentando un argomento legato in qualche modo alla testata, o all’attualità…
Anche i più diffusi periodici legati al mondo food si aprono con editoriali. Testi che appunto commentano o introducono. E così anche quelli di luglio.
Il più antico storico mensile della cucina apre con un testo del suo (da-poco-neo-)direttore. Un discorso generale, che inquadra alcuni aspetti dell’argomento, la stagionalità, la diffusione degli orti cittadini-domestici, e come e qualmente questi argomenti siano il filo conduttore del giornale.
L’apertura del direttore di un altro diffuso mensile è dedicata a un tipico piatto stagionale, con un tocco di internazionalità, e a come e qualmente esso si collochi nella storia e nella dieta…
Un altro diffuso mensile apre invece con l’argomento di copertina, peraltro veicolando la guida appena pubblicata sull’argomento, esplorandone le specificità, le professionalità, le modalità, e come e qualmente le (nuove) tipologie… Peccato che l’editoriale sia macchiato dal riferimento a uno “schema qui a lato” che non c’è, e a un rimando a pagina “puntini puntini”.
Ok, può succedere – ho armadi pieni di miei libri con refusi errori imprecisioni (e di post…). Ma. Ma l’editoriale è l’ingresso in una rivista, dovrebbe esprimere e riassumere, introdurre e commentare, guidare e allettare… Così, un poco meno. Neo marginale, forse – come i refusi, che in alcuni giornali abbondano – non inficiano la lettura, la comprensione, il giudizio, ma (solo in alcuni, per carità) provacano un sobbalzo subbuglio increspatura momentanea…
Veneranda Astrusi
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