“Un Lampone nel Cuore”: lo Siroppo di Lampone (723) di Pellegrino Artusi
Sono probabilmente – sicuramente più bravo a mangiare che a cucinare, e sono bravo a leggere, e a copiare. Ecco quindi la mia ricetta al Lampone di Pellegrino Artusi (perché sì, sono anche anziano).
Ah – perché la ricetta? Leggete sotto: è per uno dei tanti bei motivi per esserci che si possono trovare in rete. Grazie Anna Maria Pellegrino e anche all’AIFB (accidenti non mi sono ancora iscritto – non ho mai tempo…).
La delicata fragranza di questo frutto (il framboise dei Francesi) lo costituisce il re degli sciroppi. Dopo avere disfatto bene il frutto colle mani, si opera nella stessa guisa del n. 725 colle stesse proporzioni di zucchero e d’acido citrico; se non che, contenendo questo frutto meno glutine del ribes, il periodo della fermentazione sarà più breve. Se poi mi domandaste perché questi sciroppi richiedono tanto zucchero, risponderei che ciò è necessario per la loro conservazione; e che per correggere il soverchio dolciume, si è ricorso all’acido citrico.
Allora: perché ho postato questa ricetta. Perché è l’8 marzo, perché le donne, il dolore, la gioia, la condivisione, la narrazione; perché non sempre noi uomini abbiamo il cuore delle donne, perché l’8 marzo dovrebbe essere per noi; perché…
Qualche settimana scrissi un post presentando un piatto, un bùrek, per raccontare la storia delle donne di Bratunac, nella Bosnia Erzegovina. Conclusi augurandomi che per l’imminente festa dell’8 marzo si lasciassero le mimose sugli alberi e si preparassero dei pani profumati sui quali spalmare le marmellate prodotte da queste donne. Chi lesse il post mi chiese “perché non conosco la loro storia, quella della cooperativa Agricola Insieme e di Rada?”. E da qui l’idea: “noi foodblogger ci esprimiamo con le ricette e sarà proprio con le nostre creazioni che continueremo la narrazione”. Così è nato #unlamponelcuore.
Sabato 8 marzo, oltre 300 foodblogger posteranno contemporaneamente alle ore 9.00 e sosterranno con l’iniziativa “#unlamponelcuore” il progetto “Lamponi di pace“ della Cooperativa Agricola Insieme (http://coop-insieme.com/), nata nel giugno del 2003 per favorire il ritorno a casa delle donne di Bratunac, dopo la deportazione successiva al massacro di Srebrenica, nel quale le truppe di Radko Mladic uccisero i loro mariti e i loro figli maschi. Per aiutare e sostenere il rientro nelle loro terre devastate dalla guerra civile, dopo anni di permanenza nei campi profughi, è nato questo progetto, mirato a riattivare un sistema di microeconomia basato sul recupero dell’antica coltura dei lamponi e dei piccoli frutti e sull’organizzazione delle famiglie in piccole cooperative, al fine di ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sull’aiuto reciproco, sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti. A distanza di oltre dieci anni dall’inaugurazione del progetto, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola “ritorno” nella scelta del “restare”.
Attraverso la pubblicazione di una ricetta a base di lamponi, i food blogger aderenti all’iniziativa si propongono di far conoscere la realtà nascosta dietro questi prodotti, il fine per cui la cooperativa è nata e le motivazioni che la sorreggono, in un gesto di solidarietà che dedica l’8 marzo al coraggio e alla forza delle donne di Bratunac.
Tutte le informazioni sulla storia della cooperativa, sui criteri che ispirano le loro colture, sull’evoluzione del progetto sono qui http://coop-insieme.com/nelle varie sezioni in cui è articolato il materiale e di seguito il logo creato ad hoc per l’iniziativa.
Grazie per l’attenzione e buona lettura (delle oltre 300 ricette )!
Un caro saluto.
Anna Maria Pellegrino
(Volendo – anche se so che la saprete tutti a memoria – ecco anche la 725: «Disfate il ribes ne’ suoi grappolini come fareste ammostando l’uva e lasciatelo in luogo fresco entro un vaso di terra o di legno. Quando avrà cominciato a fermentare (il che può avvenire anche dopo tre o quattro giorni) affondatene il cappello e rimestatelo con un mestolo due volte al giorno, continuando questa operazione finché avrà cessato di alzare. Poi passatelo per canovaccio a poco per volta, strizzandolo bene colle mani, se non avete uno strettoio, e passate il succo spremuto da un filtro anche due o tre volte, e più se occorre, per ottenere un liquido limpidissimo. Ponetelo quindi al fuoco e, quando comincia ad entrare in bollore, versate lo zucchero e l’acido citrico nelle seguenti proporzioni: Liquido, chilogrammi 3. Zucchero in polvere bianchissimo, chilogrammi 4. Acido citrico, grammi 30. Girate continuamente il mestolo onde lo zucchero non si attacchi, fatelo bollir forte per due o tre minuti, assaggiatelo per aggiungere altro acido citrico, se occorre, e quando è diaccio imbottigliatelo e conservatelo in cantina. Vi avverto che il bello di questi siroppi, è la limpidezza e per ottenerla è bene abbondare nella fermentazione.»)
Emanuele Bonati
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