Mangiamolo strano: hamburger di cassoeula o di ossobuco?
Le strade dello street food sono spesso viali costeggiati da hamburgerie, vecchie e nuove. “Vecchio” può essere il Baladin di via Solferino, ma la sua nuova filiale, la “birraenoteca” Bibendum Baladin (innestata sulla vecchia enoteca Bibendum in via Eustachi angolo Castel Morrone) e nuova nuova. Vicino a casa, per di più: così, sono andato a provare l’hamburger con ossobuco, anzi l’Ossburger, ardita? sperimentazione? che stavo curando dall’apertura dell’altro Baladin.
La domanda sorge spontanea: perché? Non perché l’ho preso, l’ho già spiegato – dico: perché prendere una cosa che sta già bene per i fatti suoi, con la sua bella gremolata, il suo risottino attorno, come appunto l’ossobuco, per metterla in un panino? Scherzosamente, uno dice che cosa ci vuole a farlo, si toglie l’osso e si mette il resto in un panino. Il tragico è che è proprio così: senza nessuna elaborazione, prendi un panino, mettici dentro un ossobuco (fatto molto bene, bello morbido, cotto bene, saporito), pressoché intero (magari macinarlo polpettarlo un poco?), con la sua gremolata, una salsa allo zafferano, e vai. Ché l’ossobuco, bello cotto e morbido, si sfalda, la gremolata cola (per dire sulla scarpina di corda nuova nuoventa), brandelli vari fuoriescono e si inseguono. Per 16€.
Bello, buono? Ma no, non si può dire “cattivo” – ma così non mi piace, non lo capisco, ripeto, che bisogno c’è di mettere in un panino un ossobuco? E dov’è il midollo? Perché non mettermelo a parte, con l’osso, assieme alla patatine?
Insomma, incomprensibile per incomprensibile, allora sotto con lo spaghettiburger… eh? c’è già?
Ah. Leggo la notizia, dell’anno scorso, su foodbeast.com: questo hamburger di spaghetti è stato ideato, diciamo, da PYT burger joint a Philadelphia. Volevo fare lo spiritoso, e ipotizzare un minestronburger – meglio che taccia.
Alla luce di quanto raccontato, ancora non mi spiego come mi sono lasciato convincere a provare Braque – l’hamburger con la cassoeula – ardita? sperimentazione? di Supreme. The finest burger experience, aperto da meno di un mese in via Orti.
E invece… Invece mi è molto piaciuto. Ho assaggiato solo la versione “mini”, in tris con altri due – e quindi il giudizio potrebbe essere influenzato dalle dimensioni. Ma chissenefrega – era buono, non era la cassoeula in un panino, ma era una rilettura della cassoeula per farla stare in un panino. Luca Moioli, lo chef. Guarda che prima o poi vengo a provare la versione “intera”, nella sua bella michetta…
Emanuele Bonati
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