Il BlogVs delle Donne: tre domande alla CuocOna Ornella Marcante
La CuocOna, ovvero Ornella Marcante, ha risolto la sua crisi esistenziale di mezza età aprendo un bistrot che si chiama come lei – L’Ornellon… no, La CuocOna. In mezzo, una laurea in economia, lavori presso un agente di cambio, a Hong Kong per una banca d’affari, al Sole 24Ore, due figli, con relativa pausa-mamma, studi di medicina naturale…
Hai pubblicato un libretto, Ripartire da zero, che inizia con un capitolo che si intitola “Tutto cambia”, che è un bel modo per definire la tua “avventura”. Puoi raccontarci brevemente da dove sei partita, e come sei arrivata fin qui?
La cucina è sempre stata un filo conduttore nella mia famiglia, sono cresciuta con questa nonna che passava le sue giornate in cucina – per necessità, perché aveva avuto sei figli, e quando questi sono diventati grandi non si è staccata lo stesso dalla cucina, e ha continuato a cucinare, anche perché sono arrivati i nipoti (siamo 26 o 28 cugini, non ricordo…) e lei aveva sempre qualcuno in casa. Nonna mi ha insegnato i sapori, ad annusare, ad abbinare gli ingredienti, e anche a osare.Quando avevo bisogno di staccare, specialmente i primi tempi, da un lavoro estremamente rigoroso e tecnico, che non mi lasciava spazio, la mia valvola di sfogo erano i fornelli. Questa attitudine l’ho affinata nel tempo: quando mio marito arrivava a casa la sera capiva com’era andata la mia giornata da quello che c’era in tavola – una roba bollita voleva dire che la giornata era andata malissimo… Così quando ho terminato tutti i miei “doveri” lavorativi, e cresciuto i miei figli, ho iniziato a pensare di poter essere padrona di me stessa, e sono ripartita (“tutto cambia”) proprio da quello che era un elemento positivo della mia giornata: la cucina.
Come definiresti la tua cucina?
La mia cucina è casalinga, ma è anche innovativa, attenta al mercato – vado a fare la spesa tutti i giorni – e all’etica del prodotto: la mia filosofia è “mangiare bene”, e ho scelto fortemente di aprire un piccolo bistrot piuttosto che un ristorante vero e proprio, appunto per tenere l’attenzione focalizzata sulla sostanza più che sulla forma. L’importante è quello che c’è nel piatto.
Qual è il filo conduttore che lega i tuoi piatti?
La mia è una cucina di ricerca, nel senso di trasformare quello che è la tradizione in qualcosa di più leggero, ma senza snaturarla. Un filo conduttore è senz’altro il tempo: la mia è una cucina dai tempi lunghi, molto lunghi, senza nessuna forzatura di nessun tipo. Io prediligo la cucina invernale, del freddo, perché con le sue cotture pressoché infinite mi permette di esprimermi al meglio. E d’estate “salto” le cotture lunghe e mi scateno prima: mi concentro su marinature, affumicature…
Ornella Marcante online:
Emanuele Bonati
Submit a Comment