C’è chi PO
Un PO per Expo
Con oltre 600 km di iniziative – da Torino a Venezia, nell’anno dell’Expo, il fiume Po si rappresenta come un fiume di attrazioni e di #biodiversità da toccare con mano. Ogni parte del suo corso si espande radialmente in occasioni d’interesse artistico, architettonico, sportivo, enogastronomico, musicale… per offrire a ciascun turista l’esperienza desiderata. Questo il disegno di Giampietro Comolli, anima del progetto UnPOxExpo 2015.
Un PO di golf
S’innesta sul corso del fiume un calendario di gare-evento in un circuito di 18 tappe scelte – 18, numero emblematico in questo sport. Roberta Candus, veneziana e direttore della rivista Golf&Gusto, conosce molto bene il suo pubblico-target: il golfista è tipicamente uno sportivo viaggiatore, esigente, gourmet. E se il fil-rouge della rivista è “il gusto del gioco, il gioco del gusto”, ogni appuntamento armonizza gastronomia e green.
Un PO di tech
Merita di essere maggiormente conosciuto il Parco Tecnologico Padano, polo universitario-imprenditoriale nel cuore dell’area lodigiana e dedicato a ricerca scientifica e incubazione di startup e servizi per la filiera agroalimentare e zootecnica. Dotato, tra l’altro, di bio-banca e di un laboratorio di analisi del DNA capace di restituire l’esito in 48 ore, il Parco crede nei prodotti innovativi – prossimo il lancio, a questo proposito, di uno strumento di analisi ultrarapido per la sicurezza alimentare delle carni.
Un PO di gusto
Un pool di produttori, professionisti e aziende di area padana ha deliziato i presenti anticipando i piaceri di unPOxExpo: succhi naturali supervitaminici ottenuti con il robot Magimix, vini dalle cantine Santa Giustina e La Fiorita Franciacorta, lo chef Gianni Tota con un risotto ultralight burrata e riduzioni policrome all’aceto cucinato nelle pentole Mauviel, Tiziana Colombo, volto della cucina per le intolleranze alimentari, con uno showcooking di pasta glutenfree Wellfood, Stefano Bizziccheri all’Onfalós per un succulento barbecue senza fumo e senza odore, Daniela Morandi e lo chef Claudio Colombo Severini con un dessert destrutturato fedele ai principi nutrigourmet, i salumi d’oca Quack dell’Azienda Agricola Cascina Madonnina, il riso Carnaroli gran riserva e riso Artemide riso buono coltivato nella tenuta novarese La Mondina e, dal caseificio MDF di Dovera, un trionfo di salva cremasco che si salvi chi può. Anzi, chi PO.
Daniela Ferrando
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