Il BlogVs delle Donne: quattro domande a Roberta Schira
Roberta Schira studia per diventare psicanalista, poi frequenta un corso di cucina da Claudio Sadler e cambia idea, specializzandosi nella narrazione intorno al cibo. Scrittrice e gourmet, vive tra Crema e Milano, va quasi tutte le sere al ristorante e ha sempre un progetto “in progress”. Ha pubblicato ricettari, trattati di antropologia alimentare, romanzi, volumi sulla condizione femminile, sul linguaggio del corpo e sul bon ton a tavola. Collabora a Corriere della Sera, Style, Dove, Grande Cucina e a Fine Dining Lovers. Il suo ultimo libro è Mangiato Bene? Le 7 regole per riconoscere la buona cucina (Salani).
Sappiamo che è tutta colpa di Claudio Sadler se abbiamo una psicanalista in meno e una food writer in più. Ma Roberta che cosa vuole fare “da grande”, veramente?
Da sempre ho due passioni: i libri e il cibo, e intorno a queste ho costruito un mestiere. Ciò che mi emoziona maggiormente è un verbo piazzato al punto giusto in una frase e poi indovinare l’ingrediente segreto nel piatto di un grande cuoco. Da grande? Da grande voglio fare la scrittrice.
Il tuo è senza dubbio un osservatorio privilegiato: dove stanno andando, secondo te, la ristorazione milanese e italiana?
Vivo il mio punto di vista come un osservatorio contradditorio: da una parte, vedo un commensale sempre più preparato, consapevole e responsabile. Un consumatore attento alla terra alle persone e al Buono. Dall’altra vedo un’orda selvaggia, ingorda e nullapensante che chiede “tanta roba” e vuole spendere poco senza preoccuparsi da dove viene quel cibo e dove ci porterà. L’Homo restauranticus per eccellenza vive nelle metropoli. Tutto accade a Londra, ma da un po’ possiamo dire che subito dopo arriva a Milano. E la città sta mettendo sul tavolo il suo poker d’assi, ed è una giocatrice che sa anche bleffare. Speriamo che vinca la partita e non solo una mano.
Questo “boom” del food – mangiato narrato filmato fotografato multimedializzato – proseguirà ancora o sta (già?) esaurendo la sua carica propulsiva?
Proseguirà su binari più moderati e finalmente meno spettacolari. L’amore per il cibo e la cucina non potrà spegnersi perché fa leva su un bisogno primario: la preservazione della specie. Le luci della ribalta si sposteranno su orti, fiori e giardini. Non per niente negli Stati Uniti le celebrities già assoldano flower designers che si occuperanno dell’addobbo floreale sulla loro bara…
Il tuo ultimo libro per Salani si intitola Mangiato bene? e ha come sottotitolo “Le 7 regole per riconoscere la buona cucina”. Grande successo, presto uscirà in Brasile e in Olanda, è ormai noto come il “Canone Schira”, e mi sembra che sia la prima teorizzazione di un metodo di approccio al ristorante nel suo complesso, anche in vista di una eventuale “scrittura” della propria esperienza (recensione, articolo, post su un blog o su un social). Una prima domanda è: perché questo libro? Ma la domanda vera è piuttosto: qual è stato l’ultimo posto in cui hai “mangiato bene”?
Mangiato bene è il tentativo di teorizzare la critica gastronomica come espressione del giudizio. La mia tesi di partenza, piuttosto coraggiosa, consiste nel sostenere che il Buono è oggettivo. O almeno lo può diventare all’80%. L’ho scritto per arginare il dilagare della “recensione “ anonima, incompetente, superficiale, arrogante e infondata. L’ho scritto per rivalutare il ruolo del critico gastronomico, per difendere il commensale dai cuochi e dai ristoratori disonesti e approfittatori e nello stesso tempo per difendere i cuochi e i ristoratori dai commensali presuntuosi e impreparati e dai sedicenti critici gastronomici e ispettori delle guide che non dichiarano mai i criteri di giudizio che utilizzano per esprimere le loro valutazioni, stelle, forchette che siano.
Il ristorante che ha un voto molto alto in tutte le 7 regole è La Brughiera a Villa D’Almè, poco distante da Bergamo. Patron e cuoco vanno d’accordo da oltre dieci anni, un miracolo che si ritrova in ogni piatto.
Roberta Schira sui social:
Twitter @robertaschira
Emanuele Bonati
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bleffare 🙁
bluffare 🙂
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