Estri, astri e cucina estrusa: Eugenio Boer, Gioacchino Acampora e il Passion Kit Digital Cooker
Capita ogni tanto che io ed Emanuele partecipiamo allo stesso evento. A volte con ruoli distinti, altre volte per parlarne a due voci. Come qui, dopo la presentazione presso Aquae Mundi del primo piatto progettato, cotto e stampato in digitale dallo chef Eugenio Boer (patron di Essenza) e dall’architetto-designer Gioacchino Acampora, della storica Carrozzeria Castagna.
Con questo progetto, i due concorrono alla Foodies’ Challenge 2015, sfida tra selezionate coppie designer+cuoco alla scoperta di food concept innovativi, originali e riproducibili; proprio come dovrebbe accadere con il loro estrusore intelligente Passion Kit Digital Cooker – l’evoluzione di una stampante 3D – e con le ricette che lo metteranno alla prova.
[Emanuele] «Ma dai? Bene, interessante: fatemi assaggiare!»
La cucina estrusa, ecco. Ma anche estrosa. O per qualcuno astrusa? Aspettate a reagire. Provate per esempio a immaginare due salse, una rossa e una verde e soprattutto uno spaghetto lungo e ruvido e avido di condimento, depositato in forma di Vesuvio caldo fumante, da una stampante superveloce, in un piatto che lo chef finisce di decorare a mano. Questo è “Primo” – un primo piatto, il primo esperimento. Altri ne seguiranno e siamo curiosi di assaggiarli, confidando nella creatività e nell’ardire di Eugenio Boer.
[Emanuele] «Appunto, come dicevo: quando si mangia?»
Ma dopo cosa succederà? Con l’estrusore intelligente spariranno le consistenze degli alimenti? No, perché è possibile ottenerne un’infinita varietà dal fluido al croccante. Spariranno le brigate di cucina per far posto a nuovi astri, una genìa di foodie informatizzati chiamati foodshaper? Non necessariamente. I mestieri e le competenze, anche in cucina, si trasformano. Forse che “video killed the radio star” per davvero? Perché allora chef e brigate non dovrebbero continuare ad esistere, anche accanto a nuovi esperti, portatori di saperi trasversali!?
[Emanuele] «Basta che non sparisca la roba da mangiare…»
La cucina estrusa può solo essere un ampliamento – dell’estro, del gusto, della cultura, della ricerca di nuove forme ed esperienze alimentari e della loro riproducibilità tecnica o personalizzazione – non il rinnegamento della tradizione.
[Emanuele] «D’accordo – ma intanto qui non si è mangiato un bel niente. Non importa: è un’idea talmente affascinante che posso aspettare. E magari un giorno mi faccio mandare da Eugenio un file con la sua ricetta dei Ravioli ai tre latti, ad esempio, la stampo con il Passion Kit Digital Cooker e…»
Daniela Ferrando
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