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BLOGVS | November 24, 2024

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Taste Firenze: perché ci andrò anche quest’anno

Taste Firenze: perché ci andrò anche quest’anno
Emanuele Bonati

Se appena appena posso, cerco di andare a Taste Firenze – quest’anno siamo all’undicesima edizione, organizzata da Pitti Immagine alla Leopolda, dal 12 al 14 marzo – nonostante non riceva mai una mezza riga di comunicato stampa o che. Forse la mia presenza è troppo discreta.

E perché vado?

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Perché c’è sempre qualcosa di nuovo e interessante nelle file degli espositori – molti sono lì da anni e anni, e li ritrovo magari anche a Milano nei vari eventi da Golosaria a Milano Golosa a Identità e così via.

Perché posso rivedere amici e conoscenti che difficilmente vedrei altrimenti.

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Perché c’è il Taste Ring, “L’arena cultural-gastronomica, il luogo dei dibattiti e delle idee in cui i protagonisti del mondo del cibo si sfidano sui temi più curiosi legati alla tavola contemporanea, al cibo e al gusto, interpretando l’attualità e anticipando le tendenze future; in più, un ricco programma di eventi – mostre, presentazioni di libri, gare di cucina – organizzati da Pitti Immagine e dagli espositori, che accendono i riflettori sui protagonisti del mondo del gusto.” Ovvero, in parole povere, si parlerà – col “Gastronauta” Davide Paolini – di olio, di birra, di panini, della (bella) rivista “Dispensa”, di cui è uscito un nuovo numero. E di libri, che è sempre una bella cosa: di quelli di Fede e Tinto, e di altri, più antichi, che saranno battuti domenica a un’asta di beneficenza pro-Airc.

Perché, oltre a parlare di olio, c’è una bella rappresentanza di produttori di olio. 

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Perché c’è un percorso “eccentrico” che va dalla Faldacchea (vado a scoprire cos’è, anche) alla canapa, dalla Composta Bellini al Dolcemela, un balsamico di mela appunto.

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Perché, se si parla di panini, magari non si parlerà di hamburger, per una volta.

Perché il programma del Fuori di Taste è affollato zeppo di eventi e di tutto un po’.

Perché Firenze è sempre un bel posto dove passare un paio di giorni, anche se chiusi in una (ex-)stazione.

Perché no?

Emanuele Bonati

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