Mangiamo gli Europei: Belgio-Italia
Stasera iniziano gli Europei – finalmente!, diranno i miei venticinque lettori – anche per l’Italia. Dal sito di Repubblica:
Alle 21 l’esordio azzurro contro una nazionale seconda nel ranking Fifa che in molti danno come favorita alla vittoria finale. Gli azzurri puntano sul blocco Juve in difesa, prima del Chelsea Conte vuole lasciare una traccia nel suo percorso. Incognita meteo, prevista pioggia
Per giocarsi al meglio la partita, che si terrà al Parc Olympique Lyonnais, gli azzurri avranno bisogno di “un po’ di sana follia”, come ha detto il CT Antonio Conte.
E noi tifosi sedentari? Più attenti al campo del cellulare che al campo da gioco, più ferrati nella storia dell’alimentazione che nella scienza della formazione, potremmo azzardare qualche consiglio tattico su cosa e dove mangiare belga questa sera a Milano. Magari troveremo qualche tifoso avversario che, favorevolmente impressionato dal nostro fair-play gastronomico, ci aiuti ad arrivare in fondo al match, tra una birra e una patatina, rendendo così più dolce l’esito – qualunque sia – della partita.
• “È il vento del nord che mi farà capitano”, cantava Jacques Brel, il grande cantautore, appunto, belga. Ed è lo stesso vento a dare il nome a questo ristorante in via Sannio: Le Vent du Nord in viale Abruzzi offre “piatti tipici: dal piatto nazionale, le moules-frites, cozze in numerose varianti con le famose patatine fritte, agli stufati di carne cucinati con la birra, dall’insalata belga ripiena e gratinata, ai formaggi d’abbazia”. E naturalmente una ricca selezione delle oltre 400 birre prodotte in Belgio.
• Qualcuno ha detto birra? E noi diciamo Brasserie Bruxelles. “Una birreria, anzi una brasserie come la chiamano in Belgio. Il tipico pub con bancone in noce, arredamento stile anni ’30. Il posto giusto per chi ama o vuole conoscere davvero la birra. Sette birre alla spina uniche, spillate alla belga quindi assolutamente senza gas, fragranti e gustose. Un’ampia selezione di birre speciali importate dal Belgio: in particolare quelle prodotte dai monaci delle Abbazie trappiste, ricche al naso e al gusto come un vino.”
• Vogliamo esagerare? Possiamo andare al Lambiczoon, in via Friuli. Non che sia particolarmente belga, questa birreria – la selezione di etichette è vasta e la scelta attenta – ma il nome del locale parla da solo, almeno a chi ne capisce qualcosa, di birra (io, per parte mia, ho solo tradotto una classifica delle birre europee che mi ha lasciato semi-ubriaco). Cito da Wikipedia, Bibbia degli insipienti: “Lambic è uno stile di birra caratterizzato dalla fermentazione spontanea. Le birre lambic sono prodotte esclusivamente nella regione del Payottenland, a sud-ovest di Bruxelles, in Belgio. Al contrario delle ale e lager convenzionali, che sono fatte fermentare utilizzando ceppi di lievito accuratamente selezionati per lo scopo, il lambic è prodotto attraverso fermentazione spontanea: il mosto di birra viene esposto ai lieviti selvatici e ai batteri autoctoni della valle della Senne, in cui si trova Bruxelles. Questo inusuale processo di fermentazione conferisce alle birre di tipo lambic un sapore assolutamente distintivo: secco, vinoso e sidroso, con un retrogusto acidulo”.
• Tutto troppo complicato, troppo gourmet? D’accordo: allora limitiamoci a birra belga e patatine belghe da BeFrites, in corso di Porta Ticinese. “Patate a pasta gialla. Taglio di forma irregolare. Doppia frittura (con tempi e temperature differenti). Olio di prima qualità. Servite in un cono di carta.” Direi che può bastare.
E che possiamo partire per questa nostra avventura gastro-sportiva con le idee un po’ più chiare.
Emanuele Bonati
[Immagini: Vincenzo Armenio (Lambiczoon); siti e pagine facebook dei locali]
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