Un’esperienza magica da Mu Fish
[Testo di Marco Lupi e Barbara Gallazzi]
Ne parlano ormai in molti sui social, sulla carta stampata e soprattutto con il passa parola, e, a più di un anno dalla sua apertura, nel novembre del 2016 (e ricordiamo che il primo ad andarci e a parlarne su Scatti di Gusto è stato l’amico Emanuele Bonati), MU Fish rappresenta uno dei pochi luoghi dove la ristorazione fusion di qualità trova casa fuori Milano, per la precisione a Nova Milanese.
Qui, infatti, i sapori tipici di Hong Kong uniti ad aromi e tradizioni dell’Oriente asiatico, si ‘fondono’ sapientemente con ingredienti e ispirazioni marcatamente occidentali come l’olio d’oliva, l’aceto balsamico, il tartufo o il foie gras.
Il contesto e l’ambiente
Arrivare da Mu Fish di sera è strano: mentre ti allontani dalla periferia milanese è inevitabile chiedersi “ho forse sbagliato strada?”. Ti lasci alle spalle la zona residenziale e ti addentri in una zona ricca di campi, costellata da capannoni e aziende. Ma all’improvviso ecco apparire una struttura elegante, al tempo stesso ben inserita nel contesto industriale circostante (era anch’essa un capannone).
Tutto fin dall’inizio si prospetta come un’esperienza insolitamente accattivante: dal dehor esterno, all’entrata con luci precise e non accecanti, arredi ‘caldi’ e molto eleganti in legno e vetro, ed un’ordinatissima cucina a vista diretta dagli chef Jiang e Kim. Anche i tavoli sono apparecchiati in modo elegante, minimal, con note colorate, e sono molto curati. Un ambiente accogliente e moderno, insomma, non il solito ristorante orientale o cinese con le laccature rosse, le lampade dorate, ma qualcosa di nuovo e di originale.
Purtroppo assente (influenzato, scopriamo in seguito) Liwei Zhou il giovane titolare che con la moglie Suili gestisce anche la location ‘cittadina’ MU DimSum, in via Fabio Filzi, la serata è stata comunque magistralmente gestita dalla sua squadra. In primis da Francesca e William, che presidiano la sala senza essere invadenti ma con un’attenzione garbata al cliente, fornendo sempre informazioni precise e puntuali utili alla degustazione: mai impreparati.
Il cibo
Dopo questa bella accoglienza, le aspettative (che ora sono molto alte) trovano subito conferma nella prima portata: una tartare di salmone con pesto mediterraneo (succo fresco di mela e carota), pasta Kataifi, erba cipollina e prezzemolo riccio. Ottimo il salmone, armoniosi i sapori, una vera poesia per il palato e per le papille gustative che esultano ad ogni boccone. Un piatto da mangiare e ri-mangiare senza davvero stancarsi.
Già con questa prima portata, abbiamo la sensazione, poi confermata dai successivi piatti, che quello che ci avevano detto corrisponde al vero. Vale a dire che all’origine c’è una selezione molto rigida dei fornitori e un’attenzione molto alta alla qualità degli ingredienti.
Quando il gambero si veste a festa: Ebi fiore di zucca: Gamberi avvolti in fiori di zucca, passati in pastella, fritti e serviti con cipollina e salsa teriaki ai lati e Ebi Kataifi al centro: gamberone argentino avvolto in alga nera e pasta kataifi, fritto e servito con salsa teriaki glassata al miele millefiori. Indovinate il nostro preferito?
Carpaccio di Ricciola, ovvero ricciola con riduzione di miso, olio al tartufo bianco e tartufo nero, Carpaccio di Toro, ovvero ventresca di tonno, EVO, salsa ponzu aromatizzata al lime e limone e wasabi grattato fresco. Il primo sorprende ed entusiasma per la salsa agro-dolce, intensa senza coprire la delicatezza della ricciola, il secondo per la qualità delle carni del pesce, davvero eccellente.
Dim Sum in composizione mista, anzi un percorso, dove il pesce è sempre presente o quasi.
Quello con l’astice in pasta di cristallo al tè matcha con alga nera e tobiko rosse, adagiato su una cialda croccante, o quello con la pasta al nero di seppia ripieno di branzino, servito con pasta kataifi e tobiko rosse, o ancora con capesante e gambero rosso con alga nera, tobiko nere e capasanta canadese leggermente scottata a chiudere il sacco (così viene chiamata la forma del raviolo). E non finisce qui, ecco un Dim sum vegetariano con verdure miste, mais pomodorino ciliegino e ravanello.
E via con uno Shrimp&Truffle (direbbero gli Irlandesi): gambero e tartufo in pasta alla barbabietola viola, adagiato su di una crema di latte tartufata ed accompagnato da carpaccio di tartufo nero e tobiko rosse: accostamento azzardato? No semplicemente ben bilanciato anzi il sentore di tartufo, non offusca la delicatezza del gambero.
Sushi Sashimi in fantasia: Sashimi di tonno, salmone, gambero rosso e branzino, Uramaki ebiten, Uramaki speciale (asparago in tempura, crema Philadelphia, tartare di salmone e yuzu fresco), Astice roll (astice cotto, maionese, insalata gentile, tobiko rosse e salsa teriaki. Nigiri di toro) etc… ci siamo persi.
L’uramaki all’asparago con il fondo di pompelmo, sorprende sicuramente, percettibilmente meno l’Ebiten al gambero fritto.
Il tonno cotto poi (in genere gradito crudo) condito con foie gras, aceto balsamico e cipollina, si esprime comunque bene.
Non solo fish: quando il cuore del sushi è giallo oro. Ecco ‘Gio Quaglia’: uovo di quaglia crudo, abbraccio di salmone, ikura (uova di salmone), salsa ponzu e olio di tartufo bianco: che bomba!!! Non dovete esitare nè tantomeno pensare al galateo, va mangiato in un sol boccone per avere la certezza che tutti gli ingredienti confluiscano insieme: il dolce e il sapido, la consistenza e la ‘liquidità’ del tuorlo, un’esplosione di sapori ben distinti invade il palato e non solo quello.
Siamo così giunti alla fine del nostro viaggio. Appagati, sazi e ancora sorpresi dalle mescolanze di sapori, siamo incerti se assaporare anche qualcosa dalla carta dei dolci, anche per timore di dover affrontare un ‘climax‘ discendente. Ma curiosi decidiamo di proseguire. Mai scelta fu cosi azzeccata e come si suol dire “ecco la ciliegina sulla torta”, Mu Fish continua a sorprenderci con dolci fusion…
Assaggiamo dei Mochi artigianali fatti con pasta di riso al the matcha, leggera acidità della mousse di mango e dolcezza del cocco essiccato. E chiudiamo con il Tiramisù al the matcha, una vera delizia.
Le bevande
Senza infamia e senza lode, ma forse perché l’aspettativa era alta, sono stati i cocktails. Effettivamente la contaminazione e la presenza di elementi dell’oriente c’è ma non ci hanno del tutto convinti gli abbinamenti. Abbiamo assaggiato L’Asian Mule fatto con whisky Nikka pure malt black, umesho infuso allo shiso rosso, sciroppo di zenzero fatto in casa, succo di lime e ginger beer, e il Green Powder fatto con Kinobi Gin, liquore yuzu, tè matcha, succo di lime e limonata alle rose.
Il resto della cena è stato invece accompagnato da un interessante Honjicha (Tè verde giapponese tostato): non troppo profumato, dolce-amaro bilanciato, leggera tostatura un ottimo abbinamento.
L’Epilogo
Il Bilancio di questa esperienza è quindi senza dubbio positivo: l’ambiente, il servizio ed il cibo sono in perfetta armonia, non stridono mai, ma si ‘fondono’ perfettamente creando un esperienza per il commensale unica e che purtroppo termina, e quindi… sicuramente da ripetere.
E se pensate che abbiamo esagerato beh non vi resta che provarlo e poi farci sapere.
MU Fish . Via Galileo Galilei 5 . Nova Milanese. Tel. +39 3333776966
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