Variazioni su “Aria di San Daniele” 2019
C’è qualcosa di più impalpabile dell’aria? O qualcosa di più goloso di un profumo riconoscibile anche ad occhi chiusi o più cullante di migliaia di prosciutti appesi a stagionare tra due correnti opposte che si incontrano? Save the date per “Aria di Festa” a San Daniele dal 21 al 24 giugno. Qui c’è anche il programma.
Intorno al prosciutto di San Daniele c’è una comunità intera che ama, coccola, produce e offre al resto del mondo un prosciutto inconfondibile. E anche quest’anno andare a far festa insieme a loro non è una malvagia idea!
Oltretutto, intorno alla località di San Daniele con i suoi prosciuttifici c’è l’intero Friuli, una regione che viene voglia di esplorare a piedi in auto in bici, come suggerisce la guida “Strada vino e sapori Friuli Venezia Giulia” realizzata dall’ente regionale di promozione turistica.
Accanto al prosciutto di San Daniele ci sono i più classici prodotti della natura e della cucina che per consistenza freschezza, temperatura, gusto e profumo possano esaltarlo. Guai se non ci fossero! Dal melone fresco ai fichi maturi alla pera tagliata e condita con olio, agli asparagi a tutti i primi piatti… D’altronde in questo prosciutto si possono riconoscere “sfumature tostate (crosta di pane), note di frutta secca e malto d’orzo.” E c’è chi dice anche sensazioni di violetta!
Del prosciutto di San Daniele non si butta via nulla: è una gara a chi è più bravo e virtuoso a far tesoro del minimo scarto, della più volatile molecola odorosa, della più vivida nota di colore.
Faccio fatica a credere che esista un accostamento inedito, cui nessuno ha ancora pensato.
Esiste?
Come sarà, quest’estate, il San Daniele con le nespole?
Che effetto farà sminuzzato sopra un gelato gastronomico cremoso A Milano la proposta si è impennata: vedi i nuovi gusti di Toldo (come oliva taggiasca, senape di Digione), di Ciacco (sono ben tra gelati e sorbetti e di Dorelli in corso Magenta (come arachidi e Porto Sandeman…)
Come starà accanto a un sorbetto salato, magari leggermente speziato?
Meglio spingerne lo spessore o l’infinita delicatezza?
Sono dubbi.
Non si risolvono…
Ma mi ha colpito – e mi torna spesso in mente – una frase dello chef Emanuele Scarello** del ristorante “Agli amici dal 1887” di Udine: “Il San Daniele tagliato al coltello è lino. Tagliato alla macchina, è seta”.
Più arioso di così!
Daniela Ferrando
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