L’AntipatiCibVs: Bada come scrivi
I grandi alberghi mettono a disposizione dei loro facoltosi clienti, anche stranieri, una serie di pubblicazioni dedicate alla città e alle sue offerte turistiche, di shopping e gastronomiche. Ad esempio, Shop, edizioni Global Blue. L’edizione Milano Autumn/Winter 2013/14 è attualmente disponibile. Contenuti raffinati, scelte diciamo così abbastanza ovvie, ma sarebbe stupido se così non fosse, concentrate nelle vie della moda, con qualche idea carina, come le pagine dedicate ai consigli d’autore (Carolina Neri e Bérengère Lux, ovvero Ca & Lou, Alberto Guardiani).
Si parla anche di ristoranti: se Ca & Lou si sbilanciano a favore di Petit Milano, “ristorante romantico” in via Vespucci, Alberto Guardiani cita il Radetzky Café in corso Garibaldi e Langosteria 10 in via Savona. Alcune pagine sono dedicate proprio ai ristoranti: Verity Hogan sottolinea l’ampia proposta di ristoranti etnici, le qualità della cucina tradizionale, che spesso convive con quella più all’avanguardia, e la giovane età degli chef. Si elencano poi alcune proposte: Ristorante Unico, vista panoramica, interni sofisticati illuminati dalla luce del tramonto, e l’utilizzo tradizionale e innovativo degli ingredienti di stagione; il vegetariano Joya, un successo sorprendente in una città che ama la carne; Da Claudio, che conferma l’eccellenza della cucina di pesce a Milano grazie ai suoi giovani chef; Al Pont de Ferr, di cui si sottolinea il legame con la tradizione, esemplificato attraverso la “beef entrecôte with grapefruit and asparagus” e le animelle; e Alice, cucina di pesce, mediterranea, sperimentazione… Ah, no – Alice è chiuso, e già da qualche mese (al suo posto, fisicamente, una sorta di ristorante-figlio, Mamai), e lo si sapeva sicuramente al momento della stampa… Pazienza, certo – ma…
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Da un grande quotidiano. «Ben convivono piatti di concezione più moderna, mai incoerenti con il locale, come la millefoglie di rape, topinambur, porri, salsa di noci, nocciole e acciughe.» Millefoglie che è, evidentemente, perfettamente coerente con la costoletta di vitello alla milanese, la trippa, la cassoeula, i nervetti, le lumache, i ravioli ai tre stracotti.
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Fabrizio Tesse (Locanda di Orta), intervistato da Fine Dining Lovers su quale ristorante consigli, si esprime per «Il Pisacco dove in cucina c’è Andrea Berton che secondo Fabrizio “è una realtà diversa dal punto di vista architettonico, innovativa e moderna. È secondo me interessante perché aperto ad un target diverso; la clientela non si sente etichettata ed è spinta a provare”.» Non mi risulta che Berton sia “in cucina” da Pisacco (e non “Il” Pisacco), che comunque sovrintende in qualche modo; sulla diversità architettonica, insomma, sull’innovativo, non so, moderna di certo; sul target diverso (da che? da chi?), non etichettato, beh…
Veneranda Astrusi
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