BlogTVs: Cuochi e Fiamme nuova serie
Che bello! Cuochi e Fiamme è cambiato!
Cuochi e Fiamme è cambiato? Noooo!
Questo è lo stato della questione, prima – ma anche dopo – la prima puntata della nuova serie di Cuochi e Fiamme su La7d. Nel mezzo, appunto, la puntata. Che dire?
Che la trasmissione, al di là di qualche ritocco nei meccanismi, e del vedere finalmente Simone Rugiati prodursi in un piatto eseguito a mo’ di esempio (la crespella nella fattispecie odierna), è rimasta pressoché identica.
Che è cambiato lo sponsor.
Che sono cambiati tutti e tre i giudici. O per lo meno, sono cambiati in parte. Ovvero, sembrano (alcuni) molto, troppo simili ai loro predecessori “ufficiali” (negli anni si sono alternati un pugno di giudici, ma i tre a cui resta legato il programma sono stati loro, Maci-Rossi-Fadda).
• Michele La Ginestra è un bravo e poliedrico attore romano. Anche coso, lì, Riccardo Rossi era un bravo (forse meno poliedrico) attore romano. E Michele sembra riproporre lo stesso personaggio di Rossi: romano, indolente, quel tanto di strascicato e di disincantato e di popolaresco che è la somma di tutti i luoghi comuni sul popolano capitolino. Anche se va riconosciuta a La Ginestra una certa freschezza e originalità, mentre Rossi, dopo anni e centinaia di repliche, ormai stava uscendo dalla sfera della simpatia per rasentare il macchiettismo manieristico. Alcuni dei primi giudizi di La Ginestra sembrano ricalcare stereotipi già sentiti (il tono è quello del ‘io non sono abituato a questi piatti, io mangio la pajata cacioepepe alla vaccinara…’), ma con garbo e simpatia.
• Anche Valentina Scarnecchia, ex-concorrente del programma, è il “doppione” di un giudice precedente, Chiara Maci. Almeno sulla carta, un po’ più “irregolare” (il suo blog si chiama ShockingCooking), sufficientemente giovane e carina. Forse la Mci, un poco più mediterranea, era più personaggio, e forse più simpatica – ma siamo solo all’inizio del programma, per cui siamo nel campo delle impressioni; e va detto che a me Chiara piace, e la conosco un pochettino, per cui è possibile che io non sia del tutto obiettivo. Anche gli interventi della Scarnecchia non sembrano molto diversi nel tono da quelli della Maci
• Invece l’avvocato, vincitrice della seconda edizione di Masterchef, Tiziana Stefanelli, mi sembra abbastanza distante da Fiammetta Fadda. Sembra avere la preoccupazione di abbondare in dettagli nei suoi giudizi, quasi volesse interpretare lo stesso ruolo, mentre la Fadda mi sembrava più puntuale ed essenziale, e al tempo stesso con una visione più ampia. Non so se la Stefanelli risente della fama di scarsa simpatia di cui si è parlato ai tempi della sua partecipazione a Masterchef; ma – come del resto per gli altri due giudici – avremo il tempo per verificare le nostre impressioni.
Il dubbio di fondo è sempre quanto di “sceneggiato” ci sia anche nel comportamento dei giudici, oltre che nella trasmissione nel suo complesso (nel senso che credo che nessuno, quando gli dici “risotto”, ti inventi lì per lì, o si ricordi a memoria, una ricetta per la prova). E un minimo rimpianto per la possibilità inesplorata di uscire dai cliché che si sono creati nel tempo (un attore, più o meno comico, siciliano, umbro, o milanese, ad esempio, uno chef, un blogger maschio, un bravo studente di istituto alberghiero o dell’Alma o di Pollenzo…).
Detto ciò, rimane uno spettacolo piacevole, Simone Rugiati è comunque bravo e spigliato quanto serve, l’idea di fondo del programma è indovinata.
Emanuele Bonati
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