L’AntipatiCibVs: A Tavola e La Cucina Italiana
Le riviste di cucina si moltiplicano, alcune arrivano finalmente in edicola dopo una gloriosa carriera solo in abbonamento, altre tentano di stupire con i loro effetti speciali…
Qualche dubbio sul numero di A Tavola di ottobre: in copertina, un bollo odoroso, da grattare per sentire l’aroma di cacao della torta in copertina. Dubbio derivante dall’utilità del sentire un profumo tutto sommato abbastanza comune – magari sarebbe più interessante sentire il profumo dell’umami, del goji fresco o in fiore… Ma forse è anche un’idea carina, non so – a me non convince.
Piacevole tutto sommato la rivista, che ha il punto di forza nell’utilizzare anche una serie di foodblogger come autrici delle ricette e dei servizi: visto che una delle lamentele più frequenti è lo sfruttamento del lavoro dei blogger senza ricompensa, l’idea che ci sia un’impresa basata in buona parte sul lavoro retribuito (spero – e spero bene) della categoria mi sembra positiva.
Qualche dubbio sul numero di La Cucina Italiana di novembre. Anzi, no, sulla copertina della Cucina… No, anzi: qualche dubbio sulle due copertine della Cucina Italiana di novembre.
Sì, perché la rivista è uscita normalmente, ma con allegato e cellofanato un foglio (stampato solo su un lato) con una seconda copertina (una sul brasato, una sulla zucca).
Perché?
A parte il costo della stampa (e perché solo su un lato?), e la cellofanatura (che come sempre implica costi di produzione e ulteriori costi di smaltimento), e lo spreco di carta patinata (userò il retro, bianco, per appunti, ma è liscio, e la penna – uso solo roller – mi scivolerà via, sprecando quindi una maggior quantità di inchiostro…), non si capisce a cosa serva, oltre a coprire l’ultima pagina della rivista, ovvero la pubblicità delle cucine smeg: non mi sembra che sia giustificata da qualche parte della rivista stessa, non mi sembra essenziale (per dire, l’Espresso pubblica una seconda copertina alternativa, dicendo “potevamo scegliere questa”, nelle pagine interne della rivista).
La “nuova” Cucina Italiana devo ancora capirla fino in fondo. Essenzialmente, è rimasta uguale, ricette ricette e ricette e itinerari e utensili e simili; ma ad esempio è cambiato il nome della rubrica di Samanta Cornaviera, che da Massaie Moderne è passato a un (poco originale) Ieri e oggi; la rivista si avvale di Fiammetta Fadda come contributing editor, e io da profano mi aspetterei di vederla spuntare in giro fra le pagine a precisare appuntare spiegare firmare assaggiare; gli editoriali mi sembrano un po’ troppo impersonali e descrittivi…
Certo, ci sono sempre cose belle e interessanti, in questo numero ad esempio i cartocci, la zucca… e le ricette di Davide Oldani sono sempre da leggere e da vedere (e da andare a mangiare al D’O: non ci vado da un sacco di tempo…).
Cose belle, interessanti, nuove o rinnovate? Ecco: è in edicola Grandecucina. Finora disponibile solo in abbonamento, è arrivata ieri in tutte le edicole. Ma non è argomento per un AntipatiCibVs: ve ne parlerà prossimamente Emanuele Bonati.
Veneranda Astrusi
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