Lorenza, Kenwood e “I primi piatti della tradizione”
Abbiamo mandato la nostra “inviata di cucina” Lorenza da De Longhi in corso Monforte, per uno showcooking organizzato da Kenwood.
Premetto, non sarò obiettiva. Non posso. Entrare nel De’Longhi Store a Milano è come ritrovarsi nel paese dei balocchi. Tutte le attrezzature per preparare e lavorare gli ingredienti e per cucinarli, dalle più semplici semplici padelle ai più evoluti frullatori, mixer, sbattitori, food processor sono lì, in bella mostra, per scatenare mille voglie e mille fantasie culinarie.
Se poi la Kenwood decide di presentare il suo Cooking Chef attraverso un corso su “I primi piatti della tradizione” condotto da Lola Torres, che in realtà si chiama Lorenza come me, e che tiene corsi su pasta e impasti dimenticati, dolci e cioccolatini presso Arte del Convivio, e, per di più, è brava, chiara nello spiegare, semplice ma esaustiva, prodiga di suggerimenti… non posso essere obiettiva!
Il Cooking Chef è uno strumento magico – è l’evoluzione del modello base Kenwood Chef, che già di per sé risolveva mille piccoli e grandi passaggi delle preparazioni di una ricetta – che, dopo aver tritato, impastato, sminuzzato, centrifugato, montato… cucina gli ingredienti, semplificando notevolmente la vita degli chef in erba e non solo. Ma tutto ciò lo spiega abbondantemente il corso Starter della Alta scuola della Kenwood, ideato specificatamente per affiancare i clienti dopo l’acquisto. Ciò che è più affascinante, almeno per me, è il corso Advanced, durante il quale gli Chef (quelli con la maiuscola) si alternano nelle realizzazioni di piatti utilizzando lo “strumento del demonio”!
Il denominatore comune della cucina tradizionale italiana è la pazienza. La pazienza di aspettare che il ragù cuocia adagio adagio, per ore… che il minestrone sobbolla piano piano… che le verdure cuociano a vapore…
Il Cooking Chef offre un grande aiuto rendendo più veloci, e autonomi, molti passaggi. Il corso di ieri, I primi piatti della tradizione, è stato condotto da Lola Torres in un’ora! Certo, erano disponibili due Cooking Chef: uno impastava e trafilava la pasta fresca o tirava la sfoglia mentre l’altro cuoceva le verdure…
E nel frattempo Lola ci forniva indicazioni sulle possibili varianti (la zucca può anche esser cotta al cartoccio in forno, insaporita con cannella, scorze d’arancio e di limone), sull’origine dei piatti (nella fattispecie, i tortelli e i cappelletti preparati per l’occasione sono tipici dell’Appennino Tosco-Emiliano) o raccontava le curiosità legate ai piatti della tradizione (i cappellini sono preparati per la sera della Vigilia di Natale ed è una vera sfida tra le zdoresu chi li fa più piccoli). I suoi erano ottenuti da un dischetto di sfoglia di 2 cm di diametro!
E così son stati realizzati orecchiette con cime di rapa, tortelli di castagne con ripieno di zucca e cappelletti di magro. E tutti i piatti sono stati gustati dagli astanti! Anzi per la verità non tutti, abbiamo dovuto rinunciare ai cappelletti perché il tempo è tiranno – lo store deve chiudere a una certa ora! – ma io, fortunella, ne ho portati a casa una manciata che ho gustato in brodo a cena. Una libidine!
[Nota del Redattore Capo: se la prossima volta non condividi i frutti delle tue incursioni, ti manderò solo alle degustazioni di Petreet…]
Lorenza Pliteri
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