SalumiAmo a Milano
SalumiAmo m’intriga subito. Sento già i profumi volteggiare nell’aria, appena ricevuto l’invito per l’evento organizzato da IVSI (Istituto Valorizzazione Salumi Italiani) un paio di settimane fa presso Eataly Smeraldo. Mi aspetto una degustazione con i fiocchi orchestrata dallo chef – no, sbaglio: ad Eataly si è deciso, giustamente, di utilizzare l’italiano – dal cuoco Cristian Broglia (responsabile degli eventi nazionali e internazionali legati alla scuola ALMA) che sì ci sarà… ma solo dopo una dottissima ed interessante disquisizione sul food e sulla sua fruizione.
“SalumiAmo con Bacco” è un’iniziativa che rientra nella campagna europea TOP of the DOP, promossa dall’IVSI e da Federdoc (Confederazione nazionale dei Consorzi volontari per la tutela delle denominazioni dei vini italiani) e che prevede, nel futuro, numerosi incontri e degustazioni.
Dal 19 al 21 giugno, i Salumi Dop e Igp saranno presentati, e ne sarà raccontata la storia, in cinque locali milanesi: Carlo e Camilla in Segheria, Bar Basso, Straf, Le Biciclette, Living Milano.
La comunicazione è il motore dei nostri tempi, i salumi fanno parte del nostro dna, i foodblogger hanno il loro peso… è su queste basi che è stato ideato il camp presso Eataly Smeraldo.
Sotto l’occhio attento di Francesca Romana Barberini, conduttrice e foodwriter, sono stati sviluppati i diversi aspetti che coinvolgono il cibo – che, è vero, si gusta, ma in realtà sono tutti i cinque sensi che vengono, e devono essere, coinvolti per apprezzarlo completamente.
Paolo Barichella, industrial designer, ha spiegato come il Food Design (letteralmente progettazione alimentare) non si occupi tanto del fattore estetico quanto della progettazione mirata alla fruibilità del cibo.
Gli eventi si susseguono (fondamentali per la comunicazione e la socializzazione), è quindi indispensabile essere comodi e rilassati: come si fa con un piatto in una mano, il bicchiere nell’altra, la forchetta che cade e un tovagliolo che penzola dalla tasca? Diventa allora necessario lo studio dell’aspetto antropometrico anche per il food: bisogna riprogettare, e non riadattare, non solo gli strumenti ma anche il formato di presentazione del cibo, mantenendolo al contempo inalterato. Anche i salumi italiani possono essere guardati attraverso un’ottica diversa, innovativa, che ne accresca il valore attraverso le suggestioni che ci può dare il food design. Non la solita fettina sul piatto quindi, ma un bicchierino di Mortadella pieno di glassa all’Aceto Balsamico!
E, a proposito di fettine piatte e tristi, siamo stati giustamente bacchettati da Francesca Brambilla (esperta e valida fotografa del mondo del food) per le foto che spesso compaiono nei nostri blog. L’aspetto visivo è l’unico elemento che può sopperire al gusto e all’olfatto, la foto è quindi il primo veicolo di comunicazione e, come tale, non deve stravolgere la realtà. Inoltre, e forse in primo luogo, deve rispettare il cuoco, il suo lavoro, la fatica e l’impegno che stanno dietro alla preparazione di un piatto. Una foto con un’inquadratura sbagliata (da seduti non si può che appiattire un piatto), con le luci sbagliate (luci basse, lume di candela…insomma la situazione usuale in un ristorante) diventa immediatamente una cattiva comunicazione. E quindi anche i foodblogger hanno la responsabilità di fornire informazioni corrette.
E finalmente, dopo averci fatto annusare e sospirare salumi eccellenti, Cristian Broglia ci ha offerto assaggi preziosi e gustosissimi!
Le foto sono poche…ma dopo l’intervento di Francesca Brambilla nessuno ha più avuto il coraggio di scattare!
Lorenza Pliteri
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