La Valtellina a Milano e una Mela… spaziale
Venerdì 12 Giugno la Valtellina – quella del consorzio agroalimentare Valtellina che gusto – è “atterrata” a Milano per il lancio di una Mela “spaziale”: la Rockit. È piccola, è croccante, è succosa, è saporita, è nuova: è così che Tiziano Caprioli, responsabile della sua promozione per Melavì, la esalta e la annuncia ai presenti, come se fosse una nuova “merendina” – ma che merendina! – l’hanno anche “intubata”! Il suo cuore (quello di Tiziano) e l’entusiasmo genuino della bassa Padana (quella Mantovana per intenderci) hanno sposato ormai da alcuni anni questa terra di montagna, ben più difficile da lavorare, e su cui investire il lavoro del coltivatore (sia esso di mele o di uve per i vini). Ma torniamo alla mela. La Cooperativa Melavì si è assicurata l’esclusiva per la produzione e commercializzazione (con OneApp) della Rockit in Italia: si tratta infatti di una mela della Nuova Zelanda, e sono state messe a dimora in Valtellina oltre 30.000 piante – i loro frutti saranno disponibili sul mercato dal 2016. Rockit è un frutto dalla lunga conservabilità, con un sapore dolce, un colore rosso acceso e una consistenza croccante; è molto piccola e dunque perfetta per la merenda dei bambini (l’ho testato sul mia figlia) ma anche degli adulti (testata personalmente). “Your Daily Fruit Blast” – ottimo slogan, una vera e propria “esplosione” di gusto di frutta… La serata è stata deliziata dal lavoro di Fabio Valli patron del Ristorante Combolo: Sciatt croccanti, un’originale tartara di bresaola, passando dai classici pizzoccheri (“ma fatti a mano questo pomeriggio”, sottolinea Simone Cassanmagnago di Valtellina Turismo, che con le sue parole ti strega e ti convince a visitare la Valtellina).
Bello e buono anche il filetto con un coulis di mirtilli raccolto in una Golden… di mela (si perché sarà scontato ma tutti i piatti hanno avuto come ingrediente principe la mela).
NonsoloFood: sì, perché Valtellina significa ovviamente anche vini. Sono valtellinesi le aziende che accompagnano il nostro viaggio “interstellare” in queste terre. Terra, si fa per dire: con i suoi 2600 km di muretti a secco, i vignaioli faticano non poco a coltivare i frutti (principalmente uve di Nebbiolo) necessari a creare i nettari di Valtellina: dal bianco Ca’ Brione di Nino Negri (forse un po’ semplice per l’antipasto), a un rosso significativo come il Valtellina Superiore di Fay, all’imponente Sforzato di Triacca.
A chiudere un nettare (non solo di dolcezza) di Mamete Prevostini (Chiavenna) che con il suo bianco passito (Terrazze Retiche) rasserena qualsiasi serata (laddove ce ne fosse bisogno). Come rifiutare l’invito di Simone o Tiziano a visitare la Valtellina e suoi prodotti? Che si tratti di una mela Rockit, di un vino inebriante o dell’Accademia del Pizzocchero, il viaggio deve continuare nella terra di origine e non può fermarsi qui a Milano. PS: E non perdetevi da settembre a Teglio il Pizzocchero d’Oro! Marco Lupi
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Ho fame! Per fortuna ho le mele loro. E cucinerò delizie con la loro migliore produzione?
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