50° Vinitaly 2016: #nonsolovino ma valori umani
- Marco Lupi
- On 02/05/2016
Ogni volta che partecipiamo a una fiera vinicola o a una degustazione di vini, il nostro scopo principale è conoscere nuovi vini, magari di nuove aziende, per il nostro piacere e per il piacere di far conoscere ad altri le proprie ‘scoperte’.
Al 50° Vinitaly c’è solo l’imbarazzo della scelta: con i suoi 8 Padiglioni, 130mila operatori da 140 nazioni, 4.100 espositori da più di 30 Paesi, quasi 50mila presenze straniere – parliamo di quantità ma anche di qualità.
Lo sfarzo e la ricchezza degli stand (direi più dei circoli esclusivi con ristorante e terrazzo) colpiscono i visitatori, anche quelli di settore. E poi tante bollicine, rossi importanti, bianchi fragranti e profumati, distillati: insomma un trionfo di uve saggiamente lavorate per invaghire e deliziare qualsiasi enonauta.
Questa volta vorrei però parlare di chi c’è dietro questo nettare, di chi è il l’artefice di questo fantastico prodotto della fermentazione delle uve, di chi con il sudore e la passione tutti i giorni, oltre che produrre, promuove anche, con entusiasmo, il risultato del proprio lavoro: uomini e donne, ma anche moltissimi giovani, che hanno trovato in questo settore il loro futuro lavorativo.
Il primo incontro è con lei, Marilena Barbera, la dea della comunicazione nazionale ma anche internazionale del Vino. Marilena ha una capacità comunicativa che la porta a esportare i suoi vini da Londra al Nuovo Continente, ma ha soprattutto la capacità di trasmettere la passione per il suo lavoro e l’amore per la sua terra e i suoi vini.
Quando arrivi al suo stand (e dopo lo sfarzo e il lusso dei blasonati del vitivinicolo, è come passare da Harrods alle bancarelle del mercato di Trastevere), la vedi impegnata con potenziali clienti a ‘raccontare’ dei suoi vini. Ma ciò nonostante si interrompe per occuparsi gli avventori (come il sottoscritto) che si avvicendano per una semplice e magari fugace degustazione.
In effetti, conoscendo già bene alcuni dei suoi vini, la mia era più una visita per un saluto: ma il suo entusiasmo nel farti provare le nuove annate è tale che non puoi dire di no. E così proviamo la Bambina (un rosato di Nero d’Avola) del 2015, meno sapido e più morbido di altre annate, e l’Ammàno e il Ciatu (molto tannico; crescerà sicuramente bene, ne siamo certi).
Ma come dicevamo oggi vogliamo parlare delle persone che fanno grande questo mondo, e come definire Marilena: briosa, comunicativa, entusiasta, genuina, positiva e molto più di questo – è @marilenabarbera.
L’altro personaggio del giorno è giovanissimo, e non lo conoscevo prima del Vinitaly. In effetti, ho conosciuto suo padre, per caso, a una fiera ferroviaria a Torino (forse il Vino sta veramente concentrando le forze di questa Italia). La mia è più una visita di cortesia per incontrare un giovane da poco nel mondo del lavoro, scegliendo appunto questo settore. Matteo Tommasi fa l’enologo da Massimago (@Massimago), azienda della Valpolicella con una produzione di circa 60.000 bottiglie, e subito mi trasmette tanto entusiasmo e passione per il suo lavoro, come se l’azienda fosse sua, come se facesse questo lavoro da decenni.
Matteo è giovanissimo – ha 25 anni – e si è laureato nel 2014 in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche: e si percepisce subito il suo entusiasmo e la sua gioia di lavorare. E quindi come non lasciarsi attrarre dal misto di vivacità e passione di Matteo: si parte con una Valpolicella Classica 2014 (non molto convincente); lui insiste sul Profasio 2012 ma essendo io un estimatore del Ripasso (2013) insisto per provare anche questo: è buono sì ma… ha ragione Matteo: il Profasio è veramente eccezionale. Neppure il loro Amarone a mio avviso è superiore a questo Valpolicella Superiore.
L’ultimo racconto è per Annalisa Zorzettig (@ZorzettigVini) figlia del fondatore, oggi alla guida dell’azienda con il fratello Alessandro), imprenditrice (oltre 800.000 bottiglie), donna elegante, che ti accoglie nella sua “casa” come un amico, con un caldo abbraccio e un sorriso gentile.
In effetti, pur conoscendo i suoi vini da tempo (da quando nel lontano 1992 a Singapore li degustai per la prima volta), non avevo mai incontrato Annalisa: la mia era più una visita di cortesia, per portarle il saluto di un suo affezionato e piccolissimo cliente: mio padre.
Ma lei invece mi ha accolto come se ci fossimo sempre conosciuti o come se io fossi un potenziale e importante cliente, soffermandosi a lungo a raccontarmi e a invitarmi a provare le nuove annate. Anche qui tanto entusiasmo, tanta energia e soprattutto un grande calore umano.
Il suo Sauvignon l’ho trovato più sapido del solito e meno armonioso di altre annate. Bello e armonioso il Pignolino. Ma poi una sorpresa i profumi e gli aromi del Ninin, creato per una nascita nella famiglia di Annalisa – un Refosco ricavato da un vecchio vigneto selezionato.
E per chiudere, un veloce e fugace saluto anche per Carlo Pietrasanta, presidente del Movimento del Tursimo del Vino (@MTV_Italia) che in uno dei giorni più difficili della sua vita riesce a trovare la forza per portare avanti la sua passione per il mondo vitivinicolo e supportare i piccoli produttori venuti qui appositamente per esporre i loro vini all’interno di questo stand, e avere l’opportunità, a fianco dei colossi, di proporre le loro creazioni.
Insomma uomini e donne (ma anche tanti giovani) che con passione, dedizione e serietà vogliono farci capire che il mondo del vino a Vinitaly è bello – e non solo da bere.
Marco Lupi
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