Max Morri, sreporter, e la non-anatra laccata
S-reporter, sì. Perché riporta, ma noncurante delle forme canoniche del reportage gastronomico. Ecco Max, un volto nuovo su BlogVs – non nuovo per me, che lo conosco più o meno dai tempi del liceo (quando bastava chiamarlo Massimo) ma l’ho riscoperto socialdigitalmente perché postava piatti esotici – molto esotici. E scene da Moto GP – molto da insider.
Vedendo appunto le foto dei piatti inverosimili, o pazzeschi, o interessantissimi che l’incauto (o era rischio calcolato?) gustava, gli ho proposto di essere ospitato su BlogVs. Risposta affermativa.
Max Morri nella vita è rappresentante tessile nel mondo, giornalista motociclista per hobby, buongustaio e curioso di ogni cucina, ma soprattutto romagnolo doc cresciuto a piadine, cassoni, tagliatelle. Queste poche informazioni dovevo dirvele, per farvi conoscere l’uomo e darvi una chiave di lettura delle sue foto.
Avendo il privilegio di viaggiare a lungo raggio, Max sperimenta cucine non addomesticate al nostro gusto né come ricette, né come portate, né come impiattamento. Come quella volta che a Pechino…
“Ti dicono che ti portano a mangiare la Beijing Duck, e già la pregusti, la tua bella anatra laccata arrosto con la sua crosticina, e invece ti propinano, in compagnia di contorni vari:
• un vino siciliano da bere in scodella…
• uova di anatra col peperoncino
• zampe di anatra
• interiora di anatra
• cervello di maiale”
Al prossimo sreportage. Sushi o shabu-shabu o una parata di spiedini da svenimento. Vedremo.
Daniela Ferrando
ph tutte rigorosamente Max Morri
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