L’AntipatiCibVs: Sciattologie gastronomiche
- Emanuele Bonati
- On 29/06/2016
- http://www.blogvs.it
C’è un gruppo di “sciattologi” su Facebook – gente che si segnala imprecisioni, sviste, svarioni, errori, amenità – insomma “sciatterie” più o meno (in)volontarie che appaiono in giro, un po’ dappertutto, sui media, per strada. Come quella in copertina, che unisce l’attualità (calcio) e il tema del cibo. L’intento degli sciattologi è vagamente moralizzatore, evidentemente didattico, eminentemente ludico. A cui noi ci accodiamo, proponendo alcune amene assurdità.
A cominciare dal ViviMilano, il supplemento del Corriere della Sera, che nelle pagine dedicate alla tavola la scorsa settimana annunciava in un apposito riquadro la tre giorni Che pizza!, negli spazi del SuperstudioPiù in via Tortona, per il weekend:
Peccato che l’evento, annunciato (in sordina) alcune settimane fa (non credo di avere nemmeno ricevuto un comunicato stampa – il che non è indicativo, ma insomma…), sia stato spostato (da mo’) al 28-29-30 ottobre prossimi venturi. Ma si sa, quello dello stampa è un mondo frenetico, e non sempre si ha il tempo di fare anche solo un piccolo controllo, che so, vedere un sito, controllare una pagina social, fare una telefonata.
Ah – il menù-tartufo de La rava e la fava, pubblicizzato sotto la pizza, non dura fino al 21 luglio come scritto nell’annuncio, e nemmeno fino al 31 luglio come scritto al piede dell’annuncio, ma solo fino al 3 luglio.
Conviene comunque approfittarne: dalla Rava si mangia bene, o almeno così l’unica volta che ci sono andato con tre colleghe: unico uomo, sono stato ripetutamente invitato a farmi carico del conto, perché gli uomini, i cavalieri, e le donne poverine, e su e giù: non ci sono tornato, per non vedermi accollare anche il conto di tutte le fanciulle comunque presenti nel locale…
Sono cose che possono accadere, per carità – anche le imprecisioni. A volte invece si tratta di errori che si sospetta siano proprio atavici, che risiedono nel più profondo dell’intimo di chi scrive:
Lo so che ormai la deriva dell’italiano è questa – ma si dice, e si scrive, consegnIamo, con la “i”: si capisce lo stesso, m’a sè tuto e leccito xé tantosi capsce, vabbe’…
E poi – dispiace anche per il posto, grande emporio alimentare che fa della correctness una bandiera.
Noto con soddisfazione che anche Foodora, che è andata avanti per dei mesi e mesi e anni a impestarmi le giornate dicendomi “guarda che consegnamo anche Fritti&Frizzi a casa tua!”, ha corretto (lo avevo anche chiesto su qualche social) inserendo l’opportuna “I”…
Per finire: le lingue, anzi, l’inglese. Se la Brexit ci può far supporre qualche difficoltà in più per gli insegnanti madrelingua dell’idioma della Perfida Albione (d’accordo, ne abbiamo anche noi di buoni insegnanti d’inglese: specie se usano i libri Principato ed Europass, anche perché li faccio, almeno in parte, io…), abbiamo la prova che c’è bisogno di loro:
Ed è un pecccato che, a quanto pare, questo cartello sia (o magari fosse) appeso nel ristorante di Enrico Bartolini al Mudec: uno dei nuovi ristoranti sicuramente più interessanti di Milano si meritava qualcosa di più.
(PS: annuncio pubblicitario: sono bravissimo a tradurre i cartelli in inglese, e accetto pagamenti in natura, che so, in menù degustazione di ristoranti…)
Emanuele Bonati
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