Marco e i Peckarelli di Peck
Dici Peck e pensi prodotti gastronomia costosa per gente facoltosa – e mai ti verrebbe in mente di introdurti nella boutique di via Spadari a ordinare un gelato. E invece no. Cioè, è vera la prima parte ma anche la seconda, ovvero che dal marchio fondato a Milano nel 1883 un gelato lo si può mangiare senza svenarsi.
Preparati con latte e panna provenienti da allevamenti del Lodigiano, frutta secca e fresca di stagione e selezionata, come il melone mantovano e la mandorla della Val di Noto, i gelati di Peck vengono creati in loco nei loro laboratori e passano direttamente al bancone. Non sono impiegati coloranti, additivi o grassi idrogenati, garantendo così al prodotto ottimi standard di freschezza.
Eccomi quindi davanti al bancone dei gelati artigianali di Peck, pronto per una breve degustazione che, devo dirlo, non parte alla grande. L’assaggio di prugne e armagnac è poco esaltante e la nota alcolica del cognac predomina. La prugna è assente e mi sembra zabaione, tant’è che, senza filtri come un bambino, lo dico e mi vengono rivolti sguardi carichi di punti interrogativi. Passo al test del pistacchio, che per me è la cartina di tornasole di una buona gelateria. Qui si fa sul serio, il colore tende al marrone (quindi è privo di coloranti), la crema ha la piacevole nota burrosa tipica della frutta secca, ed è arricchita da una granella di pistacchio. Manca il gioco dolce-salato solo perché i pistacchi impiegati sono tostati ma non salati.
Altro cucchiaino, altro assaggio: la pesca, uno dei gusti con frutta di stagione. Delicata, il sapore del frutto è tenue e avvolgente. Così come buone impressioni mi desta l’anguria che ancor prima di metterla in bocca rivela il suo caratteristico aroma. Densa e compatta, la crema risulta molto piacevole al palato.
In tutto questo va dato atto che nessuno dei gusti provati eccede in dolcezza, personalmente un quid dato che trovo stucchevoli i dolci troppo dolci (mi si passi il cortocircuito linguistico).
Passo quindi ai Peckarelli a stecco, che sono un po’ i prodotti di punta di questa gelateria. Ci sono diverse proposte: gelato al mango e lime ricoperto di cioccolato bianco e scorzette di lime, aromatico cuore di caffè ricoperto di finissimo cioccolato fondente, gelato al cocco ricoperto di cioccolato fondente e scaglie di cocco. Io mi lancio su quello al tiramisù anche perché mi viene detto che all’interno c’è del pan di spagna bagnato al caffè.
E così sia. Addento e la copertura di cioccolato bianco si spacca con un suono croccante ma non si sfalda in mille pezzi, regge molto bene. L’interno e morbido e non tradisce le aspettative, il caffè si muove sinuoso tra le papille mentre la crema del gelato lo supporta a dovere. Anche qui la dolcezza non è mai disdicevole e opprimente.
Devo ammettere che non ha nulla da invidiare a più blasonati prodotti industriali a stecco, il che potrebbe sembrare un insulto e invece è una nota di merito perché è segno di un prodotto artigianale fatto con estrema maestria.
Per quanto concerne i prezzi, le coppette vanno dai 3,50 ai 6 € (5 e 7€ con macaron), sicuramente sopra la media-cartello meneghina. Cassata a 11 al pezzo; a peso, il gelato viene 30€/kg, Sorprendentemente, i Peckarelli sono a 3.90 € l’uno.
Un assaggio è doveroso.
Marco Giarratana
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