Berimbau: due anime per un sushi samba
Due anime: brasiliana e giapponese. Due cucine: di churrasco e di sushi. Eppure, un solo luogo e una sola atmosfera. Un mix unico a Milano. Perché Berimbau c’era già, ma era solo churrascaria, la prima in città. Ora combina churrascaria + sushi restaurant, l’unico in città.
(Narrazione parallela: qui sopra, l’ostrica fine de claire de Bretagne con sashimi di salmone, tonno, ricciola e gambero)
Siamo stati invitati a provare il sushi-samba, cioè una degustazione delle due proposte culinarie. Intorno, clienti a coppie o in gruppo facevano la stessa cosa. Un sommesso ticchettìo di bacchette e forchette nei piatti. Una danza di piatti-vassoio di bambù e spiedi affilati intorno ai tavoli dal pasadòr, che cucina e poi taglia tavanti al cliente. Ecco, diciamo, un’esperienza nippo-brasiliana.
(Narrazione parallela: segue piatto di teste di porcini con tartare di gamberi)
Possono due culture così diametralmente opposte, quella dell’esuberante Brasile e del geometrico Giappone, convivere? Vietato stupirsi: in Brasile la comunità dei giapponesi è talmente cospicua da aver brasilianizzato la propria cucina.
(Narrazione parallela: uramaki tropical tonno, con mango e avocado. E questa è una mezza porzione.)
(Narrazione parallela cum laude: baccalà in tempura, avocado, tobiko, maionese e teriyaki)
E dove si sbizzariscono i giapponesi do Brasil? Nei gusti; nei frutti tropicali polposi e fragranti che incontrano ricciola, tonno, salmone, gamberi, scampi e branzini sfilettati e tagliati sul momento; negli accostamenti; nei colori più squillanti. Anche il layout del locale è un misto culturale: linee ordinate, tinte lussureggianti.
(Narrazione parallela per carnivori nippofili: uramaki picanha, con tartare di controfiletto.)
I vini fanno da legante, sicuramente. Li consiglia, con grande esperienza del menu, Alberto Cossu, direttore di sala. Abbiamo cenato bevendo un Brut nature 2011 delle cantine Moser (sì, il campione di ciclismo) e uno Chardonnay dei Marchesi de Grésy ma anche vino brasiliano, casa Miolo-Lot 43, rosso che racconta la bella storia di un oriundo che ce l’ha fatta e, sempre della stessa cantina, un Tannat.
(Narrazione parallela per carnivori nippofili e intermezzo rinfrescante: churrasco ad libitum. “Abacaxi”, cioè ananas fresco affettato nel piatto.)
Tra i dolci, spiccano le creazioni di Nicolò Moschella, 23 anni e un raffinato talento su cui si sono posati, occhiuti, vari ristoranti famosi. Vorrei tanto anche spoilerare quali. A voi scoprirlo, a breve.
(Narrazione parallela finale per golosi: doppio dessert. Una Sacher rivisitata con confettura al lampone e una bavarese alla nocciola. Gioco di consistenze incrociate)
Le porzioni sono generose, per contro i bocconi sono delicati – sia dei piatti di sushi, sia dei tagli di picanha (controfiletto) chubeta (codone) e altre bontà care agli amici carnivori. Servizio cortese, personale preparatissimo.
Cosa farei io? Ci tornerei.
BERIMBAU
Via Marghera 43
Milano
Tel. 02 4987550
PS: ma perché il nome? Rimanda a uno strumento musicale carioca. Questo qui sotto.
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