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BLOGVS | November 22, 2024

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Addio Babette. La scomparsa di Stéphane Audran

Addio Babette. La scomparsa di Stéphane Audran
Emanuele Bonati

Addio Babette.

Di tutti i film di Stéphane Audran, grande attrice francese scomparsa oggi, ottantacinquenne, fra tutte le sue interpretazioni, dai film di Chabrol, suo compagno, al Fascino discreto della borghesia di Buñuel, quello che mi è rimasto nel cuore è Il pranzo di Babette.

Non è un giudizio di merito, quanto di cuore, appunto, o di pancia, se preferite. Un film di trent’anni fa (trentuno: è del 1987), diverso da tutti gli altri, pressoché privo di avvenimenti, tutto incentrato sulla vita in questo villaggio danese di un pugno di abitanti, anziani, e di questa cuoca in fuga dalla Francia della Comune che arriva e si mette a lavorare come domestica. E che quando, anni dopo, le arriva il denaro di una vincita alla lotteria francese, anziché tornare in patria (suo figlio e suo marito erano stati uccisi nei disordini) decide di preparare una cena per le sue padrone di casa e i loro vicini.

Il film è in parte la descrizione della monotonia della vita di tutti i giorni, in parte, la preparazione della cena, lunga e dettagliata, e in parte la cena stessa, con le varie portate, e i vini, che pian piano modificano i convitati, che passano dalla rigidità protestante a una sorridente rilassatezza.

La peparazione della cena è uno spettacolo: le portate:

Brodo di tartaruga
Blinis Demidoff (blinis di grano saraceno con caviale e panna acida)
Cailles en sarcophage con salsa Périgourdine (foie gras e salsa al tartufo) – trovate la ricetta su Scatti di Gusto
Insalata mista
Formaggi francsesi
Savarin al rum
Frutta mista
Caffè
Friandises (piccola pasticceria): pinolate, frollini, amaretti
Vini:
Amontillado bianco ambra
Gran Cru Clos de Vougeot del 1846
Champagne Veuve Clicquot del 1860
Vieux Marc de Champagne

Amore, gratitudine, nostalgia, la vicenda struggente come il burro usato da Babette/Stéphane. I dettagli, le inquadrature, lo sguardo del ragazzo che porta i piatti in tavola, le padelle che sfrigolano sul fuoco. Il volto di Stéphane, ma anche quelli degli altri attori, se non ricordo male tutte stelle del cinema nordico, bergmaniani della prima ora. Bibi Andersson. Oscar, BAFTA, premi. Il film preferito da papa Bergoglio: bello. E il racconto di Karen Blixen. Non l’ho mai letto, è in qualche angolo della mia libreria. Lo farò, un giorno. Ripensando a Stéphane/Babette.

“Cara Babette”, disse con dolcezza, “non dovevate dar via tutto quanto avevate per noi.” “Per voi? – replicò Babette. – No. Per me. Io sono una grande artista… Sono una grande artista, Mesdames”. Poi, per un pezzo vi fu in cucina un profondo silenzio. Allora Martina disse: ”E adesso sarete povera per tutta la vita, Babette?” “Povera?” disse Babette. Sorrise come a se stessa. “No. Non sarò mai povera. Ho detto che sono una grande artista. Un grande artista, Mesdames, non è mai povero. Abbiamo qualcosa, Mesdames, di cui gli altri nn sanno nulla.”  

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