World Pasta Day: 10 suggerimenti fra Piemonte Liguria e Lombardia
Ecco dieci proposte a tema per il World Pasta Day 2023, tutte create da ristoranti situati fra Piemonte e Lombardia. I loro primi piatti interpretano la pasta con un occhio alla tradizione dei loro territori e l’altro alle istanze della cucina contemporanea.
Indetto da Ipo (International Pasta Organization, altrimenti detta “l’Onu della pasta”) e Unione Italiana Food, il World Pasta Day si tiene ogni anno il 25 ottobre e rappresenta un vero e proprio invito alla riflessione condivisa sulla pasta e sui temi dell’alimentazione in generale.
1. Un piatto della memoria: gli Strofissià di Michelangelo Mammoliti
All’interno del 5* L Il Boscareto Resort & Spa, l’executive Michelangelo Mammoliti è da poco tornato a proporre i suoi piatti naturali, istintivi e della memoria. Ricette che mescolano suggestioni, vicine e lontane, assorbite durante un viaggio di conoscenza e di studio che dura da quindici anni. Sono ricette che hanno come protagoniste le erbe aromatiche, le spezie, le radici e le specie vegetali coltivate personalmente dallo chef. Il ristorante La Rei Natura by Michelangelo Mammoliti infatti è dotato di un orto e una serra del. Tra i primi, spicca Strofissià, un piatto di trofie contemporanee, preparate con grani antichi dell’Alta Langa, pesto, pralinato di pinoli, fagiolini, in punte e in lamelle, Parmigiano Reggiano 48 mesi e un mix di basilici.
5* L Il Boscareto Resort & Spa – La Rei Natura by Michelangelo Mammoliti * – Chef Michelangelo Mammoliti – Serralunga d’Alba (CN) // Facebook
2. Ricordo Piemontese con i plin di Enrico Marmo
È a pochi metri dal confine italo-francese, a Ventimiglia, che l’executive chef Enrico Marmo del ristorante stellato Balzi Rossi propone una cucina dai sapori netti e decisi, in cui i piatti della tradizione gastronomica italiana vengono rivisitati attraverso un lavoro minimale della materia prima. A dimostrarlo ricette come Ricordo piemontese, il primo piatto del menu Momento che si lega ai ricordi che Marmo ha della sua infanzia e che ha l’obiettivo di fare altrettanto con chi ha la possibilità di assaggiarlo. Alla base della proposta, l’idea di rivisitare un grande classico della tradizione piemontese, il plin di carne, in una versione vegetariana, che non ha nulla da invidiare alla ricetta classica. Nella ricetta, lo chef Marmo farcisce la pasta fresca con un ripieno a base di ceci cotti come un brasato, con sedano, carota, cipolla, aglio, rosmarino, salvia, concentrato di pomodoro e poi sfumati con vino Rossese. Poi, dopo aver preparato e cotto i plin, termina il piatto con una glassa – a base di cipolla bionda, pomodori secchi, funghi Champignon, salvia, timo, aglio di Vessalico, aceto di riso.
Balzi Rossi * – Chef Enrico Marmo – Ventimiglia (IM)
3. World Pasta Day: gli Spaghetti all’olio di olive di Raffaele Lenzi
Concreta, essenziale e salutare. È la cucina di Raffaele Lenzi, l’executive chef del ristorante Il Sereno Al Lago* – l’insegna all’interno dell’esclusivo hotel 5* L Il Sereno di Torno, sul ramo occidentale del Lago di Como. Concreta perché prevede pochi gesti, essenziale perché a base di pochi ingredienti, salutare perché caratterizzata dall’uso della materia prima vegetale e di condimenti leggeri. In contrapposizione all’onnipresenza del burro nella cucina francese, lo chef Lenzi, infatti, predilige sempre l’olio, un ingrediente tipicamente italiano che, nella carta dello chef, è anche diventato il vero e proprio protagonista di un primo piatto. Nella ricetta degli Spaghetti all’olio d’olive, Raffaele Lenzi utilizza l’oliva nelle varietà pugliese Bella di Cerignola e siciliana Nocellara del Belice come frutto e quelle locale di Domaso (CO) e pugliese sotto forma di olio extravergine. Poi, per completare il primo, aggiunge i semi di basilico thai, che apportano croccantezza, e il basilico greco à la julienne, più piccolo rispetto a quello comune e dal gusto leggermente mentolato.
5* L Il Sereno – Il Sereno Al Lago * – Chef Raffaele Lenzi – Torno (CO)
4. Michele Minchillo e la Cacio e pepe, gamberi e lime
L’unica stella in tutta la provincia di Cremona, il ristorante Vitium, è un luogo di sperimentazione e creatività. Lo spazio in cui l’executive chef Michele Minchillo, giovane, ambizioso e determinato, ripensa la tradizione per renderla attuale e personale. Come nel caso della Cacio e pepe, gamberi e lime. Il primo piatto menzionato nella scheda dalla Guida Michelin che è emblema dell’equilibrio fra la tecnica di cucina contemporanea e il sapore confortevole di quella casalinga. La ricetta, che riprende uno dei primi piatti tradizionali della cucina italiana – nella fattispecie capitolina – viene rivisitata con un twist personale, che arricchisce e completa ancor di più il piatto. A impreziosire il signature, vi sono i gamberi viola di Gallipoli, provenienti dalla stessa regione che ha dato i natali allo chef, un mix di pepi – Sichuan, Tellicherry, Cubebe e Sarawak – e due formaggi differenti utilizzati per la realizzazione della salsa: Pecorino Romano Dop “Scorza Nera” e Parmigiano Reggiano Vacche Bianche.
Vitium * – Chef Michele Minchillo – Crema (CR)
5. La Sopa Wonton nikkei di Alexander Robles
A pochi passi dalla Gran Madre. È qui che si trova il cocktail-restaurant nikkei Azotea di Torino. Nel nuovo menu degustazione Tahua, lo chef Alexander Robles ha inserito un piatto della cultura chifa, che racconta lo stretto rapporto tra la cultura peruviana e quella cinese, nato con l’immigrazione della popolazione asiatica in Perù a metà del XIX secolo e agli inizi del XX secolo. Si tratta della Zuppa Wonton, rivisitata nella personale versione Sopa Wonton. Gli ingredienti protagonisti del piatto sono taglierini di pasta fresca in brodo di vitello, maiale e dashi di bonito, controfiletto salmistrato, mais mote peruviano, funghi cardoncelli, enoki e orecchie di Giuda, bok choy e raviolo fritto ripieno di carne, della tradizione cinese. Al tavolo, il piatto viene completato a piacimento dal cliente con una salsa di soia arricchita da peperoncino coreano e peruviano.
Azotea – Chef Alexander Robles – Torino
6. Lo Zito con rapa e toma d’alpeggio di Stefano Sforza
Non distante da Porta Susa. In quest’area signorile di Torino, in una sala dominata dai mattoni a vista, va in scena la cucina dello chef del ristorante Opera, Stefano Sforza, molto improntata sul vegetale. Nel nuovo menu Tuberi & radici, composto da sei portate tutte vegetariane, gioca un ruolo da protagonista un formato di pasta lunga. Nel piatto Zito, rapa, toma d’alpeggio il formato carnoso, anche chiamato candela, viene cotto in due modalità diverse: in acqua e pepe e successivamente in acqua di rapa rossa. Il piatto viene completato da una crema di cime di rapa, fonduta di toma d’alpeggio, rape in carpione e crema di rapa rossa.
Opera – Chef Stefano Sforza – Torino
7. La Pasta e fagioli della chef Alessia Rolla
Immerso tra le colline del Monferrato, il ristorante è nelle mani della giovane e intraprendente Alessia Rolla, chef autodidatta. La sua proposta, incentrata sulla gastronomia del territorio piemontese ma senza rimanere imprigionata nella tradizione, è costituita da piatti ricchi di personalità. Ricette che prendono ispirazione dai ricordi d’infanzia, legati alle preparazioni della nonna, ma che vengono ripensate e reinterpretate secondo gli interessi della chef. Primo tra tutti, la fermentazione. Come nel primo piatto Pasta e fagioli. In questo caso, infatti, il tipico formato di pasta piemontese protagonista del piatto viene realizzato come una volta, ossia con “la cavallina” – un antico strumento per fare la pasta che apparteneva ai nonni del marito di Alessia – e servito con una crema ai fagioli borlotti, una polvere di latticello shoyu e un brodo versato in sala al momento del servizio.
Cantina Nicola – Chef Alessia Rolla – Cocconato d’Asti (AT)
8. Maurizio Bufi festeggia il World Pasta Day con il Fusillone peperone, mandorla e aglio nero
Maurizio Bufi è l’executive chef del Ristorante Il Fagiano, l’insegna di punta dell’albergo Grand Hotel Fasano & Villa Principe di Gardone Riviera (BS). La sua idea di cucina, che nel ristorante prende forma grazie a quattro menu differenti, ognuno dei quali ha un tema ben preciso, si basa su un unico concetto: mai troppi ingredienti nel piatto, valorizzati in più forme differenti. È il caso di Fusillone peperone, mandorla e aglio nero, un piatto che nasce dalla memoria d’infanzia dello chef, quando i peperoni e le mandorle erano gli ingredienti che in casa non mancavano mai. Nel primo, interamente vegetale, il formato di pasta simbolo dell’eccellenza italiana, viene mantecata con una crema di peperoni pugliesi cotti al barbecue, dal sapore leggermente affumicato, e completata con una pasta alle mandorle fresche, una composta di aglio nero e per finire, una polvere di peperone crusco.
5* L Grand Hotel Fasano & Villa Principe – Ristorante Il Fagiano – Chef Maurizio Bufi – Gardone Riviera (BS)
9. I Ravioli di patata affumicata, sedano rapa e storione: un’idea di Pasquale Tozzi
L’executive chef del Ristorante Il Pescatore – l’insegna che si trova all’interno del 5* L Grand Hotel Fasano & Villa Principe di Gardone Riviera – è Pasquale Tozzi. La sua proposta, legata alla tradizione gastronomica italiana, è caratterizzata da un profondo rispetto per la materia prima, utilizzata in tutte le sue parti. A dimostrarlo, il primo piatto Raviolo di patata affumicata, sedano rapa e storione. Una ricetta autunnale particolarmente saporita e golosa che abbina un pesce di acqua dolce dalle carni sode, corpose e delicate, ad alcuni degli ingredienti considerati più poveri in assoluto: la patata e il sedano rapa. In questo caso, protagonisti del ripieno e del condimento della pasta fresca. Nel piatto, infatti, se la patata affumicata viene usata per farcire i ravioli, il sedano rapa viene fatto cuocere al cartoccio con le erbe aromatiche, frullato e utilizzato come base su cui disporre i ravioli completati i filetti di storione in olio cottura e olio al porro.
5* L Grand Hotel Fasano & Villa Principe – Ristorante Il Pescatore – Chef Pasquale Tozzi – Gardone Riviera (BS)
10. Elisa Neri prepara gli Xiaolongbao
A pochi passi da Porta Nuova, nel quartiere torinese di San Salvario, si trova Tuttofabrodo, un progetto giovane e attuale dove la cucina asiatica viene valorizzata dalle materie prime italiane di qualità. Nel menu, infatti, se da una parte i piatti rispettano i criteri del Fast Casual Dining, ovvero quella modalità di fare ristorazione veloce e di qualità, dall’altra spesso includono ingredienti tipicamente italiani. Un esempio? Gli Xiaolongbao, il tipico formato di pasta orientale che, nella sua chiusura caratterizzata da 19 pieghe, richiedono una manualità e una precisione millimetrica. Da Tuttofabrodo, questi ravioli a misura di boccone avvolti da un brodo caldo e avvolgente sono disponibili in più varianti: quelle tipicamente orientali a base di carne di maiale e zenzero o granchio e maiale e quella legata al territorio piemontese con maiale e tartufo tritato.
Tuttofabrodo – Elisa Neri – Torino (TO)