5 risotti di super atmosfera e dove mangiarli
Il risotto è una scusa. Ma anche un benchmark molto personale per stabilire se tornare in un posto o no. O se andare in un posto nuovo o noto, portandoci chi più mi vuole bene o le persone cui voglio più bene (che spesso coincidono). Non so voi, ma io dei risotti mi ricordo facilmente. Vado.
Il risotto di Nosh
Nosh è un ristorante dall’atmosfera sofisticata che trasforma una ex-autorimessa a Treviglio in un interno a Manhattan. Nosh, che significa “spuntino”, è casa e progetto dei fratelli Stefano e Luca Rivoltella, con lo chef Michael Zambetti ai fornelli. Sono tutti giovani, sulla trentina, e nel loro bel locale attraggono – beati loro – anche i coetanei. Grazie a una cucina di ispirazione internazionale curata, colorata, ben pensata e presentata e grazie a un décor lineare, elegante. Il risotto che lì ho gustato e che riassaggerei era alla Valenciana. E cioè pomodoro-zafferano-scampo crudo che ritornano in altre consistenze: come riduzione (lo scampo) e come polvere (il pomodoro).
Nosh. Vicolo Montalto, 2, Treviglio (BG). +39 0363 304403
Il risotto di SIX Milano
Sapete dov’è via Mike Bongiorno? Tra i grattacieli e i condomini di super design di Porta Nuova. SIX Milano vive lì, nel cuore della città che sale. Tra tanto vetro e metallo, gli interni, scuri come una black box ma con un bancone in pietra lavica di 15 metri e tantissime piante, sono un giardino onirico. La formula è food, design, mixology and experience. Impronta fine dining. Chef Marco Culeddu, stile mediterraneo raffinato. Il risotto che ho gustato in una serata privata (v. foto) era un classico allo zafferano. Profumato, eseguito alla perfezione. Servirà tornare per altre varianti. NB: il risotto è solo nel menu della sera. Giustamente: il lunch ha un menu per soste veloci.
Six Milano. Via Mike Bongiorno 13, Milano. Tel. +39 02 8498 0416
Il risotto di Bommaré
Meno male che in zona Bocconi non ci sono solo locali di street food. Bommaré, per esempio, nato nel 2023 senza proclami e mega inaugurazioni. “Bommaré – Il mare in cucina” dichiara l’insegna, ha un fratello vicino a Napoli. Non è l’ennesimo ristorante di pesce per milanesi, è sincero e ricercato. E c’è la famiglia Autieri (leggi Rossopomodoro) dietro a questo format. L’offerta è di fascia alta, ma geniale la proposta l’aperitivo Drink&Tapas con 4 tapas di mare a 18 €. Intanto, appena uscito dalle mani dello chef Francesco Zagagnoni, il ricco risotto alla pescatora mi ha pregato di correre ad assaggiarlo: è appena entrato in menu.
Bommaré. Viale Bligny 39, Milano. Tel. +39 335 683 8172
Il risotto di 10 Corso Como
Non me l’aspettavo di essere tentata dal risotto di uno dei luoghi meno foodie e più orientati alla moda, all’autorefeferenzialità, al design e al décor pervasivo di tutta Milano. Invece il risotto burro e salvia con capesante (26 €) del 10 Corso Como ristorante e caffè, spuntato da un menu dalla grafica fighissima, mi è parso un’idea davvero suadente. Curiosità: i piatti che nel resto del mondo sono considerati e chiamati antipasti, appetizers o tapas, qui sono i piattelli. Ulteriori motivi per ricredermi, i progetti gastronomici come la pasta, il riso, l’olio al peperoncino firmati – forse dovrei dire griffati – 10 Corso Como.
10 Corso Como. Corso Como 10, Milano. Tel. +39 02 2900 2674
Il risotto de La Gioia
Chiamarsi La Gioia è impegnativo per un ristorante: il nome contiene una promessa che va oltre il palato. Tanto più in Brera, zona ad alta intensità di locali. Invece. La Gioia è un luogo gioioso davvero, cucina a vista e luci carezzevoli, dove si mangia bene e il servizio fluisce anche a sale gremite. Loro si propongono come nuovo classico italiano e schierano un team giovane: lo chef Giovanni Russo, il direttore Giuliano Faini e l’head sommelier Davide Biasi. Giovane e dinamico anche il titolare, Redi Shijaku. Il Risotto Milanese d’Oro è stato il mio conquistatore: chiaro omaggio a Gualtiero Marchesi* e un’onda di sapidità, colore, mantecatura a regola d’arte.
La Gioia. Via San Marco 38, Milano. Tel. +39 388 883 9951
Daniela Ferrando
* anni fa, presente Gualtiero Marchesi, proprio il risotto con la foglia d’oro su piatto nero era stato oggetto di un mock trial (finto processo) inscenato per riflettere sul piatto signature come opera d’arte o patrimonio di tutti. Da come sono andate le cose in seguito nella realtà, ha prevalso la libertà di rendere omaggio ai piatti famosi di autori super noti. Questo non significa dimenticare l’originale, evviva.