Un post triste… chiude Il Salumaio di via Montenapoleone
Proprio così – “Il Salumaio di via Montenapoleone”.
Chiude.
Si tratta di una cosa triste – al di là della cosa in sé, chiude con il Salumaio un pezzo di Milano, quella più vera e più antica, ‘popolare’ a dispetto della posizione in pieno centro (la location…), e dei prezzi, e anche un pezzo della mia vita…
Andiamo per ordine. Il Salumaio ecc è (ormai quasi ‘era’…) una vecchia salumeria (anzi, giovane salumeria: è nata, come me -ehm-, nel 1957…) milanese, al 12 di via Montenapoleone – la via più famosa della città – con tre vetrine su strada nel Palazzo Mariani (dal 1996 si sono trasferiti nel cortile interno). Un salumiere nella via del lusso e della moda: ai tempi, uno scandalo, ma la famiglia Travaini non si arrese e si impose. I pochi negosi di alimentari (un droghiere, un fruttivendolo) per i del resto pochi abitanti della zona erano seminascosti nelle viuzze laterali di Montenapo.
Federica Cavadini ne traccia brevemente la storia in un bell’articolo sul Corriere della Sera del 28 luglio.
E io cosa c’entro? Oltre alla vicinanza anagrafica, e all’essere entrambi pieni di cose buone (loro le vendono, io le mangio), sono legato al Salumaio da una serie di ricordi d’infanzia (e anche d’adolescenza e d’adultità): mia zia, Wanda Ferrari, era titolare dell’omonima sartoria in Montenapoleone 27 (poi in via Bigli 19, il palazzo di dietro), e in quanto residente della zona si serviva da loro, e io ricordo quando da bimbo accompagnavo la nonna a far la spesa dall’ortolano, o dal cervelè, e di quando entravamo in questo palazzo delle meraviglie, ricolmo di cose buone buonissime e di personale gentilissimo, che tanto per dire ti salutava quando ti vedeva entrare e uscire (quanti oggi nei pur lussosi negozi danno anche solo segno di accorgersi della tua presenza?), e competente e attento. E le cene natalizie, con tutta la famiglia riunita, prevedevano sempre una serie di piatti di provenienza salumaiesca…
Inutile dire che le varie preparazioni erano buone, anzi, ottime.
Potrei fare una serie di considerazioni sul tempo che passa feroce, o sulle dure leggi economiche che son dure da una parte sola, e fan sempre prevalere le ragioni del denaro su quelle del cuuore, e che vedranno probanilmente le vetrine dell’ormai ex Salumaio riempirsi di scarpeborseabitini di qualche grande griffe (le vetrine che davano sulla via sono ora piene di abiti di Corneliani), una bellezza per carità, e una realtà economica e produttiva sicuramente interessante, ma che potevano forse lasciare un poco di spazio alle terrine di patè o alle insalate russe, ai prosciutti di parma langhirano sandaniele, il marbre e il tacchino ripieno, i sottoli sottaceti volauvent formaggini…
Che tristezza.
Emanuele Bonati
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tristezza…..
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Sono quelle cose che ti lasciano interdetta: capisci le ragioni economiche, commerciali, ma vorresti far valere le ragioni del cuore (e della gola…).
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