Non aprite quel Pbox…
Quando uno si trova in una qualche parte del mondo per trascorrere una vacanza, viene il momento in cui cerca di organizzarsi per la cena. Di solito viene colto da un’illuminazione improvvisa: “Ma qui vicino c’è il tal chef del tal ristorante… devo assolutamente andarci… ora chiamo prenoto dov’è il numero pronto pronto mi sentire io volere mangiare…”.
Quando poi uno scopre che il locale, proprio quel giorno lì, è chiuso… il mondo gli crolla addosso, il desiderio di suicidarsi mangiando hamburger da McDonald’s si affaccia imperioso.
Ma andiamo con ordine. Mi trovavo in un’immensa e sconfinata valle di ulivi che da Delfi porta ad Atene, nel mezzo della Grecia, quando ho pensato di andare a cena al Funky Gourmet, appunto ad Atene, visto che dovevo passarci la notte per poi prendere l’aereo il giorno dopo.
Il Funky Gourmet, il lunedì è chiuso. E che giorno era? Lunedì. Di funky mi è rimasta solo la musica di James Brown ascoltata come sottofondo alla guida…
Allora uno riparte con la selezione mentale, consulta le guide sull’iPhone, chiama gli amici in Italia e le fidanzate greche conosciute durante la gita dell’anno della maturità… E scopre che un tal Christoforos Peskias, blasonato chef greco di cui si narrano le gesta anche in terra nostra – vedi Identità Golose – ha aperto dei locali tipo bistrot, Pbox, dopo aver guidato per anni uno dei 50 Best Restaurant: il 48 Restaurant, sempre ad Atene.
In rete si leggono buone cose, i piatti sembrano interessanti e con un prezzo accettabile.
I Pbox sono diversi e scelgo quello di Kifissia, la cittadina chic sopra Atene. Prenoto. Negozi di lusso, locali fighetti, belle macchine – scena diversa in Atene, ovviamente. Ok – ci sta che uno chef così importante sia allocato qui.
Il Pbox ha tavoli interni e una verandina fronte strada-struscio dove ci fanno accomodare. L’atmosfera è informale e rilassata – posate carine, personale simpatico (non proprio tutti, ma insomma…).
Vengono proposti prodotti di qualità, anche in vendita sugli scaffali. Insomma si presenta bene e con un grosso adesivo MICHELIN sulla porta.
Scegliamo i piatti e un vino locale, bianco, al calice.
Hummus con chutney di capperi. Il primo boccone ha impresso sulla mia faccia una vera espressione di disgusto per l’uso eccessivo di cumino che ha trasformato un piatto di per sé molto semplice e dal sapore delicato , in una cosa di una violenza inaudita causa appunto quella spezia – più una sapidità eccessiva.
Rotoli di carta di riso con salmone, guacamole e foglie di shiso (erba giapponese dal sapore di erba limoncina e menta), serviti con salsa di speziata al peperoncino. Niente di emozionante e con un salmone che non era proprio così scioglievole, e dal sapore inesistente o quasi.
Tonno scottato (sostituito da Palamita, previo avviso ) servito sopra un’insalata di melanzane affumicate e servite con salsa teriyaki-yuzu. Un pesce la cui cottura non era il massimo, senza nessuna croccantezza esterna e che risultava pieno di liquidi. L’insalata di melanzane troppo sapida e con affumicatura esagerata.
Orata con foglie di portulacaceae e vinaigrette di pomodoro. Non buona. Un pesce anonimo coperto di salsa agrodolce accompagnato da delle stucchevoli foglie grasse.
Terminiamo la cena con una tarte au chocolat con palla di gelato alla crema. Un dolce che regalava solo nella nota finale un gusto decente; mentre prima declinava nei vari sapori del rancido del burro di cacao affiorato.
Ero arrabbiato perché uno dei posti della mia wish list mondiale era chiuso e quindi il mio giudizio era diciamo “offuscato”? No. Non credo proprio.
Sono io che esagero? Forse. Non apprezzo quel tipo di cucina “della tradizione greca rivisitata in chiave moderna” perché non capisco nulla? Può darsi.
Dico solo che è stata una grande delusione. Da uno chef del genere non ti aspetteresti delle cotture così sbagliate, un uso delle spezie massivo e degli accostamenti così stucchevoli. Tutti i reali sapori della “cucina della tradizione” erano totalmente coperti.
Il costo ha superato di un pezzo il centinaio di euro. Questo non fa altro che aumentare il mio disappunto verso questo chef, che peraltro non ho visto. No way.
PBox Eatery
Levidiou 11, Kifisia 14561, Grecia
Tel +30.210.8088818
Christian Sarti
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